Quali sono le fasi del problem solving: una guida pratica

Il problem solving è un processo mentale che ci aiuta a risolvere i problemi e a prendere decisioni consapevoli. può sembrare un’attività semplice, ma comprendere le fasi del problem solving può aiutarci a essere più efficaci e efficienti nel trovare soluzioni. in questo articolo, esploreremo le fasi fondamentali del problem solving e forniremo una guida pratica per affrontare i problemi con successo..

Quali sono le fasi del problem solving: una guida pratica

Identificazione del problema

La prima fase del problem solving è l’identificazione del problema. È importante comprendere chiaramente quale sia il problema che stiamo affrontando. Definire il problema in modo specifico e dettagliato ci aiuta a focalizzarci sulla sua soluzione. Potremmo fare domande come:

  • Cosa sta causando questo problema?
  • Come influisce sulle nostre attività o sulla nostra vita?
  • Quali sono gli effetti a breve e lungo termine del problema?

Analisi del problema

Una volta identificato il problema, passiamo all’analisi. Durante questa fase, esaminiamo il problema da diverse angolature per comprenderne le cause e gli effetti. Alcune domande che potremmo porci sono:

  • Quali sono le possibili cause del problema?
  • Cosa dobbiamo conoscere per risolvere il problema?
  • Quali sono gli ostacoli che potrebbero impedirci di risolvere il problema?

Generazione di alternative

Una volta compresa la natura del problema, è opportuno generare alternative per risolverlo. Questa fase ci permette di esplorare diverse soluzioni possibili e di valutare i loro vantaggi e svantaggi. Potremmo chiederci:

  • Come possiamo affrontare il problema in modo creativo?
  • Quali soluzioni sono realistiche e fattibili?
  • Come possiamo sfruttare al meglio le nostre risorse disponibili?

Valutazione delle alternative

Dopo aver generato diverse alternative, dobbiamo valutarle per determinare quale potrebbe essere la migliore soluzione. Consideriamo i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna alternativa e valutiamo la loro fattibilità e sostenibilità. Alcune domande che potremmo fare sono:

  • Quale alternativa è più adatta per risolvere il problema?
  • Quali potrebbero essere le conseguenze a breve e lungo termine di ciascuna alternativa?
  • Quali risorse saranno necessarie per implementare ciascuna alternativa?

Implementazione della soluzione

Dopo aver valutato le alternative, giungiamo alla fase di implementazione della soluzione scelta. In questa fase, mettiamo in atto le azioni necessarie per risolvere il problema identificato. Valutiamo la nostra capacità di adattamento e prepariamoci al cambiamento. Potremmo voler considerare le seguenti domande:

  • Come possiamo implementare con successo la soluzione?
  • Quali azioni specifiche dobbiamo intraprendere per risolvere il problema?
  • Come possiamo monitorare i progressi e misurare il successo della soluzione?

Valutazione dei risultati

Infine, è importante valutare i risultati della soluzione implementata. Verifichiamo se la soluzione ha risolto il problema in modo efficace o se sono necessarie ulteriori azioni. Potremmo chiederci:

  • La soluzione ha risolto completamente il problema?
  • Ci sono miglioramenti aggiuntivi che possiamo apportare al processo?
  • Cosa abbiamo imparato da questo problema e come possiamo applicare queste conoscenze in futuro?

Ora che hai compreso le fasi del problem solving, puoi migliorare le tue abilità decisionali ed essere più strategico nell’affrontare le sfide che incontri. Utilizza questa guida pratica per rendere il tuo processo di problem solving più efficace e raggiungere risultati concreti.

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Angolo della Psicologia

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Le 5 fasi del problem solving

fasi problem solving

Il problem solving (risoluzione dei problemi) è un complesso processo psicologico attraverso il quale cerchiamo di trovare il modo migliore per superare un ostacolo o affrontare una sfida. Purtroppo questo processo non è sempre lineare, ma può seguire percorsi molto tortuosi, gettandoci in una situazione di angoscia psicologica quando crediamo che non ci sia una soluzione.

D’altra parte, conoscere le fasi del problem solving ci farà risparmiare molti grattacapi. Dare una struttura coerente alla situazione che ci riguarda e avere un filo conduttore che ci guida lungo il cammino, ci aiuterà a mettere un po’ di ordine nel caos mentale generato dai problemi.

Per risolvere un problema, l’esperienza non sempre gioca a nostro favore

L’esperienza può essere un plus o, al contrario, diventare un impedimento nella risoluzione dei problemi. Gli psicologi delle università di Hong Kong e Princeton hanno esaminato come implementiamo le strategie di problem solving chiedendo a un gruppo di persone di risolvere una serie di problemi.

Ai partecipanti vennero presentati una serie di quadrati collegati. Ogni quadrato della matrice era composto da pezzi separati e le persone dovevano rimuovere un numero di corrispondenze mantenendo intatto un numero specifico di quadrati. La cosa interessante di questi tipi di problemi è che generalmente hanno più di una soluzione, possono essere utilizzate diverse strategie e queste devono cambiare a seconda della configurazione della matrice, proprio come avviene di solito con i problemi della vita.

Questi ricercatori scoprirono che i partecipanti attraversavano due fasi principali nella risoluzione dei problemi. All’inizio si lasciavano trasportare dalle caratteristiche percettive del problema e iniziavano a esplorare diverse strategie, alcune di successo e altre no.

In un secondo momento usavano l’esperienza accumulata per restringere le loro opzioni strategiche, concentrandosi su quelle che ebbero più successo. Il problema è che più i partecipanti si fidavano della loro conoscenza strategica, più difficoltà avevano nel risolvere problemi che richiedevano l’applicazione di nuove strategie. In pratica, soffrivano di una sorta di fissazione funzionale.

Questa serie di esperimenti ci mostrano che per risolvere un problema dobbiamo mantenere la mente aperta, perché lungo il percorso è probabile che le circostanze cambino e abbiamo bisogno della flessibilità mentale necessaria per cambiare le nostre strategie di problem solving.

Le fasi del problem solving che tutti possiamo applicare

1. Identificare il problema

Può sembrare banale, ma il fatto è che identificare il vero problema non è così facile come sembra, soprattutto quando si tratta di una situazione che ci coinvolge emotivamente. Infatti, quando il problema ci genera paura o abbiamo la sensazione di non avere gli strumenti psicologici per risolverlo, tendiamo a mettere in pratica dei meccanismi di difesa come lo spostamento che ci permettono di cancellare la situazione problematica dalla nostra mente cosciente.

Invece, essere in grado di identificare il problema è il primo passo per trovare una soluzione. Molte volte ciò significa smettere di cercare i colpevoli all’esterno e guardarci dentro chiedendoci perché una situazione ci preoccupa o ci ostacola.

2. Comprendere il problema

Molte volte il problema porta con sé il seme della soluzione. Quindi uno dei passaggi per risolvere un problema è assicurarsi di capirlo. Non basta identificare il problema, bisogna definirlo. Per questo dobbiamo analizzarlo da diverse prospettive.

Ad esempio, se stiamo cercando di realizzare un progetto professionale che non riesce a mettersi in moto, dobbiamo chiarire i motivi. Abbiamo bisogno di più formazione? Siamo in un settore eccessivamente competitivo? Abbiamo abbastanza risorse? Dobbiamo capire l’origine del problema.

L’organizzazione delle informazioni disponibili è un altro passaggio cruciale nel processo di risoluzione dei problemi. Dobbiamo chiederci sia cosa sappiamo del problema sia tutto ciò che non sappiamo. In definitiva, l’accuratezza della soluzione dipenderà in gran parte dalla quantità di informazioni disponibili.

3. Assumere una distanza psicologica

La maggior parte dei principali problemi della vita ha il potenziale per generare uno tsunami emotivo. Tuttavia, molte volte il coinvolgimento affettivo ci offusca e ci impedisce di pensare con chiarezza. Ecco perché una delle fasi più importanti ma meno conosciute del problem solving consiste nell’allontanarsi da ciò che ci preoccupa. Per assumere una certa distanza psicologica , possiamo allontanarci qualche giorno dall’ambiente problematico o provare a smettere di pensare per un po’ a ciò che ci preoccupa.

Durante questo periodo la mente inconscia continuerà a lavorare ed è probabile che generi insights creativi e perfettamente validi che portano alla soluzione del problema. La distanza ci permette di superare le fissazioni funzionali che ci impediscono di pensare fuori dagli schemi, dando il via ad una ristrutturazione mentale che ci permetterà di vedere il problema da un’altra prospettiva.

4. Cercare soluzioni e sviluppare strategie

Ogni problema è diverso, quindi richiederà una soluzione specifica. Non sempre una soluzione può essere raggiunta con l’insight, quindi sarà necessario pensare a possibili alternative per risolvere il problema. La sinettica , ad esempio, è un metodo di risoluzione dei problemi che utilizza la creatività per trovare soluzioni originali.

Il passo successivo è sviluppare una strategia, perché le soluzioni che non si materializzano in passaggi concreti sono molto difficili da mettere in pratica. Pertanto, dobbiamo chiederci come implementeremo la nostra soluzione. In questa fase di problem solving è importante essere onesti con noi stessi e mettere in pratica quella strategia tenendo conto delle nostre risorse e della nostra reale disponibilità. È inutile progettare una strategia straordinaria se non possiamo applicarla in seguito.

5. Valutazione dei progressi

Pochissimi problemi vengono risolti dall’oggi al domani. Si tratta generalmente di situazioni complesse che dobbiamo pazientemente “sciogliere” nel tempo. Pertanto, un’altra delle fasi del problem solving consiste nel monitorare i risultati che stiamo ottenendo. In questo modo ci assicuriamo di essere sulla strada giusta e di non sprecare inutilmente tempo ed energia.

In quest’ultima fase della risoluzione dei problemi è importante essere in grado di adattare le nostre aspettative. È difficile per un progetto professionale decollare in un batter d’occhio, quindi dobbiamo concentrarci sui piccoli passaggi che indicano che la soluzione sta dando i suoi frutti. Per fare ciò, è importante fermarci a riflettere di tanto in tanto sull’impatto della soluzione.

Dobbiamo anche tenere presente che le circostanze cambiano spesso, quindi potrebbe essere necessario apportare delle modifiche alla soluzione iniziale. Ciò richiede una grande flessibilità mentale per cambiare rotta quando ci rendiamo conto che la strategia non è così efficace come vorremmo.

Fedor, A. et. Al. (2015) Problem solving stages in the five square problem.  Front. Psychol ; 6: 1050.

Louis Lee, N. Y. & Johnson-Laird, P. N. (2013) Strategic changes in problem solving.  Journal of Cognitive Psychology ; 25: 165–173. 

Gillen, G. (2009) Managing Executive Function Impairments to Optimize Function.  Cognitive and Perceptual Rehabilitation ; 245-283.

Jennifer Delgado Suárez

quali sono gli step del problem solving

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui .

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Problem Solving

  • 22 mar 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Le 5 fasi del Problem Solving: un approccio strategico

Il Problem Solving è un approccio metodologico utilizzato per risolvere problemi complessi in modo strutturato ed efficace. In questo articolo vedremo le 5 fasi del Problem Solving, che sono: problem finding, problem setting, problem solving, decision making e decision taking.

Problem Finding

La prima fase del Problem Solving è la problem finding, ovvero la fase di identificazione della problematica. In questa fase è fondamentale individuare la causa del problema, al fine di definirne gli effetti e sviluppare soluzioni personalizzate ed efficaci. Per individuare la problematica, è possibile utilizzare diverse tecniche, come l'analisi SWOT, l'analisi PESTEL e altre tecniche di analisi. L'importante è definire il problema in modo chiaro e preciso, al fine di affrontarlo in modo efficace.

Esempio: se un'azienda sta avendo problemi con la soddisfazione dei propri clienti, la fase di problem finding consisterebbe nell'individuare la causa di questa insoddisfazione. Potrebbe essere dovuta alla qualità del prodotto, ai tempi di consegna, al servizio clienti, o ad altri fattori. È importante definire il problema in modo chiaro e preciso, al fine di sviluppare soluzioni efficaci.

Problem Setting

La fase successiva del Problem Solving è la problem setting, ovvero la fase di definizione del problema. In questa fase si definisce il problema in modo chiaro e preciso, al fine di sviluppare soluzioni efficaci. Una definizione imprecisa del problema può portare a soluzioni inadeguate, per cui è importante dedicare il giusto tempo e le giuste risorse alla fase di problem setting. Inoltre, è importante coinvolgere tutte le persone coinvolte nella problematica, al fine di sviluppare una definizione completa e accurata del problema.

Esempio: dopo aver individuato che la soddisfazione del cliente è il problema principale dell'azienda, la fase di problem setting consisterebbe nella definizione del problema in modo chiaro e preciso. Questo potrebbe includere la definizione del target di riferimento, la definizione dei fattori critici di successo, e la definizione degli obiettivi di miglioramento.

La fase successiva del Problem Solving è la problem solving, ovvero la fase di ricerca delle soluzioni. In questa fase si sviluppano soluzioni innovative ed efficaci per risolvere il problema individuato. Si utilizzano strumenti come la creatività e l'innovazione, al fine di individuare soluzioni personalizzate per le esigenze dell'azienda. Inoltre, è importante coinvolgere tutte le persone coinvolte nella problematica, al fine di sviluppare soluzioni condivise e accettate da tutti.

Esempio: una volta definito il problema della soddisfazione del cliente, la fase di problem solving potrebbe consistere nello sviluppo di soluzioni innovative ed efficaci per risolvere la problematica. Potrebbe includere la ricerca di nuove strategie di marketing, l'implementazione di programmi di fidelizzazione del cliente, o il miglioramento del servizio clienti.

Decision Making

La fase successiva del Problem Solving è la decision making, ovvero la fase di valutazione delle soluzioni individuate. In questa fase si valutano le soluzioni individuate, al fine di selezionare quella più efficace. Si utilizzano strumenti come l'analisi dei costi e dei benefici, al fine di individuare la soluzione migliore per l'azienda. Inoltre, è importante coinvolgere tutte le persone coinvolte nella problematica, al fine di valutare le soluzioni in modo condiviso e accettato da tutti.

Esempio: una volta individuate le soluzioni per migliorare la soddisfazione del cliente, la fase di decision making potrebbe consistere nella valutazione delle soluzioni individuate. Potrebbe includere l'analisi dei costi e dei benefici, la valutazione dei rischi e delle opportunità, e la selezione della soluzione più efficace per l'azienda.

Decision Taking

L'ultima fase del Problem Solving è la decision taking, ovvero la fase di implementazione delle soluzioni individuate. In questa fase si implementano le soluzioni individuate, monitorando i risultati e apportando eventuali modifiche per garantire il successo dell'intervento. È importante dedicare le giuste risorse e competenze per la fase di decision taking, al fine di garantire l'efficacia delle soluzioni implementate.

Esempio: dopo aver selezionato la soluzione migliore per migliorare la soddisfazione del cliente, la fase di decision taking consisterebbe nell'implementazione della soluzione. Questo potrebbe includere l'organizzazione dei team di lavoro, l'assegnazione delle risorse, la definizione dei tempi e dei budget, e il monitoraggio dei risultati.

Conclusioni

Il Problem Solving è un approccio metodologico utile per affrontare problemi complessi in modo strutturato ed efficace. Grazie alle sue 5 fasi - problem finding, problem setting, problem solving, decision making e decision taking - il Problem Solving consente di individuare le problematiche aziendali e di sviluppare soluzioni personalizzate ed efficaci.

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Home › Psicologia Cognitiva › Problem Solving: Significato, Fasi, Creatività ed Esercizi

Problem Solving: Significato, Fasi, Creatività ed Esercizi

Vitania caramia.

  • 29 Aprile, 2021
  • Psicologia Cognitiva

Problem solving , ogni problema necessita di una soluzione. Le funzioni cognitive di ragionamento, problem solving e decision making rientrano nelle capacità generali relative al pensiero umano e alla metacognizione . In psicologia, il pensiero viene definito come l’attività mentale di elaborazione di informazioni, riflessione e sviluppo di relazione tra dati. Insomma, cioè che afferisce alla nostra intelligenza ! Nel seguente articolo, in particolare, approfondiremo il meccanismo cognitivo del problem solving. Perché è importante conoscerlo?

Quando ci ritroviamo di fronte da una difficoltà, indipendentemente dalla natura della situazione, in qualche maniera cerchiamo di risolvere il problema, guidati dal nostro personale atteggiamento , appellandoci a strategie sperimentate già in precedenza e in situazioni simili. Come dire: “ se ha funzionato in passato, andrà bene anche stavolta !”. Non dimentichiamo che lo stereotipo abolisce le possibili differenze individuali e spontanee relative alle abilità cognitive di ognuno, tra cui appunto il problem solving. Ma non sempre il collaudo precedente di una strategia risolutiva è garanzia di efficienza massima! Molte persone non se ne rendono conto in modo immediato. Perseverano nel provare ad applicare quel metodo sperando di riscontrare una soluzione al loro problema.

Attenzione: insistere eccessivamente (senza alcun risultato) non è un bene! Non solo rende percettivamente più complicato il problema di quanto già non lo sia, ma può essere anche notevolmente frustrante e fonte di stress !

Il problem solving è una delle soft skills sempre più richiesta sul mercato del lavoro.

E quindi quali sono le strategie più efficaci di problem solving? Quale sarebbe l’approccio corretto alla situazione problematica? Senza dubbio se vuoi essere un buon “problem solver” devi imparare a spostare il tuo punto di osservazione, aggiungere un pizzico di creatività e ampliare il ventaglio delle possibili soluzioni. Dunque, si può imparare a pensare in modo creativo per “spettinare i nodi” di un problema?

Scopriamolo insieme gradualmente e prepariamoci a raccogliere qualche utile suggerimento!

Vedi anche: Memoria e  Memoria di Lavoro

problem solving cos'è e strategie

Problem Solving, Significato

Con il termine “ problem solving ” si intende un processo di soluzione dei problemi . E’ un atto mentale complesso, dove confluiscono modalità di elaborazione delle informazioni, di valutazione dei dati e formulazione di un giudizio, di pianificazione dell’azione e anticipazione delle conseguenze.

Secondo Duncker il problem solving consisterebbe in un’“analisi di mezzi-fini”. Un processo attraverso cui vengono ricercati i mezzi più efficienti per ridurre le differenze tra la situazione in cui si verifica il problema e l’obiettivo desiderato. In termini più generali e applicativi, potremmo considerarlo come una competenza trasversale, indispensabile in qualunque ambito: professionale e di routine quotidiana. Lo scopo essenziale è quello di organizzare le nostre risorse cognitive per risolvere un problema che ci affligge o ci risulta di impedimento per qualcos’altro. Imparare ad essere anche resilienti e a superare i conflitti (vedi anche: bullismo ).

Vedi anche: meccanismi di coping

In Neuropsicologia è stato dimostrato che lesioni al lobo frontale e ai sistemi di controllo compromettono le capacità di problem-solving. In Psicologia Clinica , più specificatamente nell’ambito delle psicopatologie, il processo di problem-solving è compromesso in alcune patologie come il Ritardo Mentale e l’ ADHD , in cui risulta difficile il processo attentivo volto alla pianificazione delle azioni.

Molte problematiche di malessere psicologico sono caratterizzate da modalità inadeguate di problem solving. Una persona che si trova in una condizione di disagio difficilmente riuscirà a ragionare in modo coerente e funzionale, perché è sopraffatta dalle proprie emozioni . Questo può favorire il mantenimento dei sintomi, ritardando il ritorno ad una condizione di benessere . E’ il caso, ad esempio, di problematiche come il disturbo borderline di personalità, il depressivo maggiore , l’ ansia patologica e gli attacchi di panico,  i disordini alimentari e anche i disturbi del sonno (vedi anche insonnia ). Anche per questo, è importante saper padroneggiare delle buone competenze cognitive, che impediscano lo sviluppo di psicopatologie o il peggioramento dei sintomi.

Tipi di Problema

Cos’è un “ problema ”? Facciamo riferimento alla definizione enciclopedica della Treccani. “Qualsiasi situazione, caso, fatto che, nell’ambito della vita pubblica o privata, presenti difficoltà, ostacoli, dubbi, inconvenienti più o meno gravi da affrontare e da risolvere”.

Da un punto di vista più tecnico e analitico, un problema rientra in una delle seguenti categorie: sistemazione , induzione di una struttura , trasformazione . Partendo da questo presupposto, comprenderemo facilmente come la risoluzione di ciascun tipo di problema implichi un diverso genere di capacità psicologica e di conoscenza. Approfondiamo insieme le caratteristiche dei diversi tipi di problema.

Anche nel caso della comunicazione di una diagnosi alla famiglia, come nel caso di disabilità infantile, conta lo stile problem solving.

Problema di Sistemazione

Il problema di sistemazione richiede che la persona ridisponga o ricombini gli elementi in un modo che soddisfi un certo criterio. Normalmente diverse disposizioni possono essere pensate, ma solo una o poche altre produrranno la soluzione. Gli anagrammi e i puzzle sono esempi di problema di sistemazione.

Anagramma : sostituzione di una parola con un’altra parola, nella quale le lettere che compongono la prima sono le stesse ma in posizione scambiata. Ad esempio anagrammi di Roma: Mora, Orma.

Vedi anche:

  • Linguaggio Verbale e del Corpo
  • Afasia, Fluente e Non Fluente

come risolvere un'anagramma

Problema di Induzione

Il problema di induzione di una struttura prevede che una persona identifichi la relazione esistente tra gli elementi presenti e successivamente costruire nuove relazioni tra di loro. In tali problemi non solo bisogna determinare la relazione tra gli elementi, ma anche la struttura e la misura di questi. Solo dopo aver identificato questa parte del problema si può procedere a determinare la regola di risoluzione.

Vediamo qualche esempio pratico.

Esempio 1. Completa la seguente analogia: “il baseball sta alla mazza come il tennis sta …?”.

il tennis sta alla racchetta

Esempio 2. Completa la serie di numeri: “ 1 4 2 4 3 4 4 4 5 4 6 4 ? ?”.

Soluzioni . Esempio 1: “racchetta”. Esempio 2: “7 4”. In questo caso la regola di risoluzione prevede che la serie di numeri venga letta a coppie di due (14-24-34 e così via). Il primo numero di ciascuna coppia aumenta di uno, mentre il secondo rimane uguale.

Problema di Trasformazione

Il problema di trasformazione è composto da uno stato iniziale (primo stadio), uno stato finale (secondo stadio) e un metodo che conduca dal primo al secondo stadio.

Cerchiamo di comprendere meglio di cosa si tratta attraverso un piccolo esercizio.

Immaginiamo di avere 3 vasi pieni d’acqua di diversa capienza. Vaso A (28 decilitri), Vaso B (7 decilitri), Vaso C (5 decilitri). Come possiamo misurare esattamente 11 decilitri di acqua all’interno del Vaso A?

Soluzione . Svuotiamo il contenuto del Vaso A una volta nel Vaso B e per due volte nel vaso C. Ciò che rimane nel Vaso A sono 11 decilitri.

problem solving: come riempire i 3 vasi

Il problem solving è fondamentale anche nel processo di elaborazione del lutto. Per saperne di più: Lutto, Come Superarlo?

Problem Solving, Fasi

Nel 1970, Ronald Havelock si occupò del funzionamento delle capacità di problem solving, da lui intese come quelle abilità che hanno modalità graduali e sistematiche per rispondere a dei bisogni.

Havelock articola il processo di problem solving in 5 fasi:

  • Definizione del problema.
  • Individuazione degli obiettivi.
  • Scelta della soluzione (decidere).
  • Applicazione della soluzione (sperimentazione).
  • Verifica dell’efficacia della soluzione (valutazione).

Appare evidente come, secondo tale approccio, il processo di problem solving sia sistematico e derivi da una sequenza di azioni che permettono di arrivare a una soluzione ragionata.

Un gruppo maggiormente coeso è un gruppo in cui risulta più probabile che i membri restino al suo interno a farne parte, partecipino alle attività con entusiasmo e promuovano nuove idee, ad esempio nella risoluzione di problemi (problem solving).

problem solving: procedere per fasi

Anche altri autori hanno analizzato il processo di problem solving, suddividendolo in fasi e focalizzando l’attenzione sugli aspetti cognitivi e logici di tale costrutto. In che modo? Rappresentandolo come una sequenza di azioni che si conclude con un feedback , il quale a sua volta può riavviare l’intera sequenza.

In psicologia del lavoro e delle organizzazioni , viene studiata la capacità di attuare il processo di problem solving, utile a migliorare l’efficacia delle performance lavorative, sia individuali, sia di gruppo. Gli psicologi del lavoro possono avvalersi di tecniche di gamification per scovare candidati dotati di problem solving.

Problem Solving, Test

Il problem solving , da un punto di vista logico-razionale, può essere valutato attraverso la somministrazione di alcuni test .

Tra i più diffusi c’è il Problem Solving Inventory di Happner, uno strumento di autovalutazione. Composto da 35 item che indagano l’efficacia percepita dal soggetto nell’affrontare la risoluzione di un problema e la tendenza generale nell’affrontare o evitare le attività di problem solving. Infine, il grado in cui l’individuo ritiene di poter controllare le proprie emozioni e reazioni durante la risoluzione dei problemi.

In ambito neuropsicologico, invece, le capacità di problem solving vengono valutate attraverso diversi test cognitivi. In particolare, nella Wechsler Adult Intelligence Scale (WAIS) vi sono determinati subtest che indagano le capacità di ragionamento e soluzione di problemi aritmetici.

Le scale Wechsler sono utilizzate per la valutazione di vari disturbi, come per esempio:

  • DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento)
  • Dislessia , Disortografia e Discalculia

Un altro esempio è il test della Torre di Londra , utilizzato per la valutazione delle capacità di pianificazione. Il paziente deve risolvere delle condizioni problematiche che gli vengono prospettate (es. posizionare delle palline su tre pioli secondo una configurazione data ). Tutto ciò nel minor tempo possibile e seguendo determinate regole ( es. numero di mosse definito ).

valutare il problem solving con la Torre di londra

In psicologia dello sviluppo e psicologia scolastica , invece, la valutazione delle capacità di problem-solving dei bambini è predittrice non solo del funzionamento cognitivo e dei processi mentali attivati durante questa attività, ma anche delle capacità intrinseche del bambino che possono essere messe in atto in altri contesti della sua vita presente e futura.

Problem Solving e Creatività

L’individuazione dei vari stadi del processo di problem solving ci aiuta a comprendere come avvenga razionalmente l’approccio alla difficoltà. Eppure, non rende ragione del fatto che alcuni di noi trovino soluzioni differenti e magari anche migliori rispetto ad un medesimo problema.

A questo punto, dovrebbe esserci chiaro che non sempre sono sufficienti valutazioni oggettive e procedure logiche per risolvere problemi. Alcune persone, infatti, sono dotate di creatività , ossia la capacità di collegare idee o risposte in modo originale. Per approfondire l’argomento “creatività”, puoi leggere anche l’articolo dedicato alla percezione .

problem solving e creatività

A volte, occorre anche una sintesi “originale” dei dati, che implica un approccio creativo e intuitivo, proprio come avviene attraverso l’insight!

Con il termine “ insight ” (“intuizione”, “illuminazione”) si intende un’improvvisa realizzazione della relazione esistente tra vari elementi che precedentemente sembravano tra loro scollegati.

L’insight è stato storicamente studiato nell’ambito della Psicologia della Gestalt .

Uno dei primi che ne approfondì il funzionamento in modo empirico fu il gestaltista W. Kohler , che tra il 1913 e il 1920 effettuò degli esperimenti sui primati sull’isola di Tenerife. Lo scopo era comprendere le capacità di pensiero rilevanti per la risoluzione dei problemi . Egli osservò il comportamento di alcuni scimpanzè posti davanti a problemi detti di “aggiramento” . Gli animali, chiusi in una gabbia, dovevano recuperare delle banane situate al di là delle sbarre. Dovevano appunto “aggirare” il problema di raggiungere il cibo. Il comportamento degli scimpanzè evidenziò la capacità di trovare soluzioni innovative per la risoluzione del problema. I risultati delle sue osservazioni fornirono le basi per la formulazione della Teoria dell’insight , capacità legata all’ apprendimento e al problem solving.

Come facevano gli scimpanzé a raggiungere il cibo? Univano due ramoscelli per crearne uno più lungo ed afferrare le banane. Per approfondire l’argomento, ti lasciamo qui un link all’esperimento di Kholer.

Fissità Funzionale

Cosa ostacola e impedisce l’insight, inteso come atto di problem solving creativo? La fissità funzionale , studiata da Ducker . Con questo concetto egli intese la difficoltà degli individui di discostarsi da processi di pensiero già sperimentati in precedenza, e pertanto di trovare soluzioni nuove ad un problema . Ciò fu chiaramente verificato a livello sperimentale.

Nel suo celebre esperimento, “Il problema della candela” , dei soggetti avevano a disposizione una candela, dei fiammiferi e una scatola di puntine. Il compito assegnato loro prevedeva di fissare la candela al muro senza utilizzare altri oggetti se non quelli a disposizione. Duncker osservò che vi erano difficoltà nella risoluzione del compito in base al gruppo osservato. Ad un gruppo di partecipanti, infatti, la scatola di puntine era presentata piena, mentre all’altro gruppo le puntine erano presentate fuori dal loro contenitore.

La fissità funzionale in questo esperimento si esprime nella capacità di ideare un nuovo uso della scatola che per il primo gruppo è intesa come un contenitore. Al contrario, per il secondo gruppo vi è la possibilità di ipotizzarne un uso diverso, poiché le puntine non sono contenute all’interno e quindi la soluzione è più semplice.

fissità funzionale: il problema delle candele

Pensiero Divergente

Senza dubbio risulta molto più semplice individuare esempi di creatività, nel nostro agire quotidiano, piuttosto che trovarne spiegazioni. Ricercare la “causa” della creatività non è un’operazione banale! Neppure a livello teorico. Sembra, tuttavia, che esistano diversi fattori associabili alla creatività. Uno tra questi è il pensiero divergente . Si tratta dell’abilità di generare risposte inusuali, sebbene appropriate, a problemi e questioni .

Per esempio, una caffetteria può diventare un fermacarte, una palla un puntaspilli .

pomodoro puntaspilli

Così stimoliamo la persona ad abbandonare risposte già pronte (cioè gli algoritmi cognitivi sviluppati e affinati con l’esperienza) a favore di nuovi collegamenti . Come nell’esempio riportato, tra l’oggetto e i relativi usi possibili . Ecco qui un sito in cui troverete indovinelli divertenti per allenare il vostro pensiero divergente!

Problem Solving, Esercizi

Possiamo imparare a “pensare meglio”? Possiamo potenziare la nostra capacità di essere risolutivi di fronte ai problemi?

Per molti individui la capacità di problem solving è notevolmente spiccata. Per altri non particolarmente avvezzi niente paura: ci si può lavorare! Il problem solving può essere stimolato, sviluppato e/o acquisito con l’esperienza.Vale la pena sottolineare alcuni punti importanti. Teniamo ben a mente che lavorare per  potenziare e incrementare le nostre abilità di problem solving  può apportare molti benefici alla nostra autostima e al senso di autoefficacia personale!

come migliorare la capacità di problem solving

Consideriamo, per esempio, alcuni dei seguenti suggerimenti per incoraggiare un problem solving creativo, efficace e in grado di soddisfare anche la nostra autostima.

Ridefinizione dei problemi

Come? Riformulando un problema in maniera più astratta, o al contrario più concreta in base alle circostanze. In questo modo, saremo in grado di abbattere i limiti e i pregiudizi legati al problema e dare una spinta energica alla nostra capacità di problem solving. La difficoltà ad affrontare situazioni stressanti entra a far parte anche del disturbo oppositivo provocatorio , tipicamente sviluppato in infanzia e adolescenza.

Utilizzo delle analogie

Le analogie forniscono contesti alternativi per l’interpretazione di fatti e aiutano a scoprire nuovi modi di comprendere. Un modo efficace di trovare analogie è generalmente quello di fare paragoni, ad esempio con il mondo animale.

I primi architetti scoprirono il modo per costruire i grattacieli tramite l’osservazione del modo in cui letti di ninfee sulla superficie dell’acqua riescono a sostenere il peso di una persona.

Pensare in modo divergente

Invece di considerare puntualmente l’uso più logico e comune di un oggetto, si può cercare di riflettere sugli usi possibili. Nel caso in cui ci fosse impedito di impiegare quell’oggetto per come lo conosciamo.

Sperimentare diverse soluzioni

Quando si dice “tutte le strade portano a Roma” . È una metafora con un fondamento di verità. Non bisogna avere timore di utilizzare diverse strade per trovare le soluzioni dei problemi (verbali, matematici, grafici e anche drammatici). Per esempio si può provare ad avanzare qualsiasi soluzione ci venga in mente, per quanto bizzarra o assurda ci possa sembrare all’inizio. Non freniamo la nostra comunicazione ! Dopo aver raccolto una lista di possibili soluzioni, si può cercare di revisionarle una per una e pensare  a modi per rendere più fattibili quegli aspetti che prima sembravano improponibili.

Vedi anche: Comunicazione Assertiva

il gioco aiuta a sviluppare problem solving

Assumere la prospettiva di un’altra persona

Cerchiamo di immedesimarci temporaneamente nel punto di vista di un’altra persona e in ciò che sta provando. Così facendo è possibile guadagnare lucidità nella valutazione della situazione.

Analisi scritta

Per attuare questa tecnica ci bastano carta e penna. Sul foglio prendiamo appunti del problema e delle sue caratteristiche. È necessario essere un pochino scrittori reporter e descrivere la problematica. Per facilitare questa procedura possiamo immaginare di porci delle domande e darci delle risposte. Ad esempio chiederci: “perché questa situazione mi crea preoccupazione?”, “perché la identifico come un problema?”, “chi è coinvolto nella difficoltà oltre me?” e così via. Così facendo possiamo mettere a fuoco la situazione problematica e predisporre delle risposte-azioni promettenti.

Giochi di ruolo

Questo tipo di strategia viene ampiamente utilizzata in team aziendali o altri gruppi di individui, come le squadre di atleti sportivi. Come funziona? In sintesi, si va ad inscenare una storia in cui vi sia un problema significativo in base al contesto. I membri del gruppo interpretano ciascuno un personaggio che deve affrontare le difficoltà e dare un contributo personale alla risoluzione del problema, in base a capacità e conoscenze individuali.

Questo esercizio, oltre ad essere divertente, è anche molto utile per lavorare sulla motivazione dei partecipanti. Inoltre, anche il “fare esperienza” in maniera diretta permette di acquisire e rafforzare capacità di problem solving in contesti sportivi o aziendali. Non dimentichiamo che i giochi di ruolo hanno effetti positivi anche sull’ empatia e la coesione tra i membri del gruppo.

  • Tag: funzioni cognitive

Vitania Caramia

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Problem Solving: Strategie e Tecniche per Risolvere i Problemi

Il problem solving è una delle competenze più importanti da sviluppare nella vita quotidiana e in qualsiasi ambito professionale. Consiste nella capacità di affrontare e risolvere in modo efficace i problemi che si presentano lungo il cammino. Ma quali sono le strategie e le tecniche che possono aiutarci a migliorare le nostre abilità di problem solving? Per iniziare, è fondamentale sviluppare il pensiero critico. Questa abilità ci permette di analizzare il problema in modo obiettivo, valutare le diverse opzioni e prendere decisioni informate. Il pensiero critico ci aiuta a identificare le cause radice del problema e ad evitare soluzioni superficiali. Una delle tecniche più utilizzate per il problem solving è l'analisi dei problemi. Questo processo consiste nell'identificare le caratteristiche del problema, raccogliere e analizzare i dati pertinenti, individuare le possibili soluzioni e infine scegliere la migliore. L'analisi dei problemi è particolarmente utile quando ci troviamo di fronte a situazioni complesse e sfide importanti. Un'altra strategia efficace è il troubleshooting, ovvero la risoluzione dei problemi tecnici. Questa tecnica è ampiamente utilizzata nel campo dell'informatica e dell'elettronica, ma può essere applicata anche in molti altri contesti. Consiste nell'identificare e risolvere i problemi tecnici attraverso una serie di passaggi sistematici. Ma il problem solving non riguarda solo la risoluzione dei problemi. Spesso, ci troviamo ad affrontare situazioni in cui dobbiamo prendere decisioni importanti o risolvere conflitti. In questi casi, è fondamentale sviluppare le competenze di decision making e risoluzione dei conflitti. Il decision making ci aiuta a valutare le alternative, pesare i pro e i contro e prendere decisioni razionali. La risoluzione dei conflitti, invece, ci permette di gestire le divergenze di opinione in modo pacifico e raggiungere soluzioni win-win. In conclusione, il problem solving è una competenza fondamentale per affrontare le sfide della vita quotidiana e del mondo del lavoro. Sviluppare le giuste strategie e tecniche di problem solving ci aiuta a rimanere agili e flessibili di fronte a situazioni complesse. Investire nella padronanza del problem solving ci permette di ottenere risultati migliori, raggiungere il successo e superare gli ostacoli con determinazione e creatività.

Pensiero Critico: La Chiave per un Problem Solving Efficace

Il pensiero critico è una competenza essenziale per un efficace problem solving. Consente di analizzare in modo obiettivo le informazioni disponibili, valutare le diverse opzioni e prendere decisioni informate. Il pensiero critico ci aiuta a evitare soluzioni superficiali e a identificare le vere cause dei problemi. Per sviluppare il pensiero critico, è necessario mettere in discussione le nostre convinzioni e pregiudizi. Dobbiamo imparare a guardare al di là delle apparenze e ad analizzare le situazioni in modo imparziale. Ciò significa essere aperti al confronto e pronti a considerare punti di vista diversi dai nostri. Un'importante abilità del pensiero critico è la capacità di fare domande pertinenti. Le domande ci aiutano a sondare la situazione, a esplorare le possibili soluzioni e a comprendere meglio le cause del problema. Dobbiamo imparare a fare domande che vanno al cuore del problema e che ci permettono di approfondire la nostra comprensione della situazione. Inoltre, il pensiero critico richiede un'attenta valutazione delle prove e delle argomentazioni. Dobbiamo imparare a distinguere tra fatti e opinioni, a valutare la validità delle fonti e a riconoscere i bias. La capacità di valutare criticamente le informazioni ci permette di prendere decisioni basate su dati solidi e di evitare di essere influenzati da informazioni errate. Infine, il pensiero critico richiede un'apertura al cambiamento e alla sperimentazione . Dobbiamo essere disposti a mettere in discussione le nostre idee preconcette e ad abbracciare nuove soluzioni. Il pensiero critico ci permette di superare gli schemi mentali rigidi e di adattarci alle nuove sfide. In definitiva, il pensiero critico è la chiave per un problem solving efficace. Sviluppare questa competenza ci permette di analizzare in modo obiettivo le situazioni, valutare le diverse opzioni e prendere decisioni informate. Investire nel pensiero critico ci rende più agili nel risolvere i problemi e ci aiuta a raggiungere il successo.

Analisi dei Problemi: Una Tecnica Chiave per il Problem Solving

L'analisi dei problemi è una tecnica fondamentale per il problem solving. Consiste nel processo di identificazione, analisi e risoluzione dei problemi attraverso un'approccio sistemico. Questa tecnica ci permette di affrontare situazioni complesse e di trovare soluzioni efficaci. Il primo passo nell'analisi dei problemi è l'identificazione delle caratteristiche del problema. Dobbiamo comprendere chiaramente cosa sta causando il problema e quali sono i suoi effetti. Per fare ciò, è importante raccogliere dati e informazioni pertinenti, sia attraverso l'osservazione diretta che attraverso interviste o analisi documentali. Una volta identificato il problema, è necessario analizzarlo approfonditamente. Questo significa individuare le cause radice del problema e comprendere come influiscono sulla situazione. Spesso, i problemi sono il risultato di una combinazione di fattori, e quindi è importante analizzare in dettaglio ogni possibile causa. Una volta compresa la natura del problema, possiamo iniziare a valutare le possibili soluzioni. Dobbiamo considerare le diverse opzioni e valutare i pro e i contro di ciascuna di esse. È utile fare una lista delle soluzioni possibili e valutarle in base alla loro fattibilità, efficacia e impatto. Infine, dobbiamo scegliere la soluzione migliore e metterla in atto. È importante monitorare attentamente l'implementazione della soluzione e valutarne l'efficacia nel risolvere il problema. Se la soluzione non funziona come previsto, dobbiamo essere disposti a tornare indietro e a ripensare la nostra strategia. In conclusione, l'analisi dei problemi è una tecnica fondamentale per il problem solving. Ci permette di identificare le caratteristiche del problema, analizzare le cause radice e valutare le possibili soluzioni. Investire nella padronanza dell'analisi dei problemi ci rende più abili nel risolvere le sfide e ci porta a ottenere risultati migliori.

Troubleshooting: Risoluzione dei Problemi Tecnici

Il troubleshooting è una tecnica specifica utilizzata per la risoluzione dei problemi tecnici. Questo processo ci permette di identificare e risolvere i problemi che si presentano in ambito tecnologico, come ad esempio nel campo dell'informatica, dell'elettronica o delle reti. Il primo passo nel troubleshooting è identificare il problema. Dobbiamo capire qual è il sintomo del problema e quali sono le possibili cause. Questo richiede una buona comprensione del funzionamento del sistema o del dispositivo in questione, nonché la capacità di osservare attentamente il comportamento anomalo. Una volta identificato il problema, dobbiamo cercare di risolverlo in modo sistematico. Questo significa individuare le possibili cause del problema e testare una serie di soluzioni per verificarne l'efficacia. Spesso, il troubleshooting richiede l'utilizzo di strumenti specifici, come ad esempio software di diagnostica o manuali tecnici. Durante il processo di troubleshooting, è fondamentale documentare ogni passaggio e ogni soluzione testata. Questo ci aiuta a tenere traccia dei progressi e delle soluzioni che abbiamo già provato, evitando di ripetere gli stessi errori. Inoltre, la documentazione è utile anche per futuri riferimenti e per condividere le migliori pratiche con altri colleghi. Infine, è importante testare attentamente la soluzione trovata e verificarne l'efficacia nel risolvere il problema. Dobbiamo essere sicuri che la soluzione implementata abbia effettivamente risolto il problema e che non ne abbia causati altri. Se il problema persiste o si presenta di nuovo in futuro, dobbiamo essere pronti a ripetere il processo di troubleshooting fino a trovare una soluzione definitiva. In conclusione, il troubleshooting è una tecnica essenziale per la risoluzione dei problemi tecnici. Ci permette di identificare e risolvere in modo efficace i problemi che si presentano in ambito tecnologico. Sviluppare le competenze di troubleshooting ci rende più abili nell'affrontare e risolvere le sfide tecnologiche.

Decision Making: Scegliere la Migliore Soluzione

Il decision making è una competenza fondamentale per il problem solving. Consiste nel processo di valutazione delle diverse opzioni e nella scelta della migliore soluzione per risolvere un problema o affrontare una sfida. Una buona capacità di decision making ci permette di prendere decisioni informate e di ottenere risultati migliori. Per prendere decisioni efficaci, è importante valutare attentamente le alternative. Dobbiamo considerare i pro e i contro di ciascuna opzione e valutare il loro impatto a breve e lungo termine. È utile fare una lista dei punti di forza e dei punti deboli di ciascuna opzione, in modo da poter confrontare in modo obiettivo le diverse possibilità. Inoltre, il decision making richiede un'attenta analisi dei rischi e delle opportunità associate a ciascuna opzione. Dobbiamo valutare i potenziali rischi e i possibili benefici, così da poter prendere decisioni informate e consapevoli dei potenziali risultati. È importante anche considerare il contesto in cui ci troviamo e le implicazioni delle nostre decisioni su altre persone o dipartimenti. Una componente chiave del decision making è la nostra intuizione e l'esperienza passata. Spesso, abbiamo a disposizione informazioni tacite o esperienze che possono influenzare le nostre decisioni. Dobbiamo fidarci della nostra saggezza e del nostro istinto, ma anche essere disposti a considerare le nuove informazioni che ci vengono presentate. Infine, è importante prendere una decisione definitiva e assumersi la responsabilità delle conseguenze. Dobbiamo essere pronti ad accettare che le nostre decisioni possono comportare rischi e incertezze, ma dobbiamo anche essere pronti a imparare dagli errori e ad adattare le nostre strategie in base alle nuove informazioni. In conclusione, il decision making è una competenza fondamentale per il problem solving. Sviluppare le competenze decisionali ci permette di valutare le alternative, analizzare i rischi e le opportunità e prendere decisioni informate. Investire nella padronanza del decision making ci rende più abili nel risolvere i problemi e ci porta a prendere decisioni migliori.

Risoluzione dei Conflitti: Trovare Soluzioni Win-Win

La risoluzione dei conflitti è una competenza importante nel contesto del problem solving. Spesso, ci troviamo ad affrontare situazioni in cui diverse persone o gruppi hanno opinioni divergenti o interessi contrastanti. In queste circostanze, è fondamentale trovare soluzioni win-win che rispettino i bisogni di tutte le parti coinvolte. Per risolvere i conflitti in modo efficace, è importante adottare un approccio collaborativo. Dobbiamo essere aperti al dialogo e pronti a ascoltare le opinioni degli altri. È fondamentale cercare di comprendere i punti di vista delle altre persone e cercare di trovare soluzioni che rispettino i loro interessi. Durante il processo di risoluzione dei conflitti, è importante separare le persone dal problema. Spesso, le emozioni possono influenzare negativamente la capacità di risolvere i conflitti in modo efficace. Dobbiamo cercare di mantenere un atteggiamento neutrale e concentrarci sulle questioni oggettive da risolvere. Una strategia efficace nella risoluzione dei conflitti è l'uso della negoziazione. Questo significa cercare di trovare un punto di equilibrio tra le diverse posizioni e cercare di soddisfare i bisogni di tutte le parti coinvolte. La negoziazione richiede la capacità di trovare soluzioni creative e flessibili che soddisfino il maggior numero possibile di esigenze. Inoltre, è importante cercare di comprendere i valori e gli interessi nascosti delle persone coinvolte nel conflitto. Spesso, dietro le posizioni dichiarate si nascondono esigenze e motivazioni più profonde. Dobbiamo essere disposti a cercare di capire queste esigenze e a trovare soluzioni che soddisfino anche questi interessi nascosti. In conclusione, la risoluzione dei conflitti è una competenza fondamentale per il problem solving. Sviluppare le competenze di negoziazione e di gestione dei conflitti ci permette di trovare soluzioni win-win che rispettino i bisogni di tutte le parti coinvolte. Investire nella padronanza della risoluzione dei conflitti ci rende più abili nel gestire le divergenze e ci aiuta a raggiungere soluzioni efficaci.

Domande Frequenti sul Problem Solving (FAQs)

Il problem solving è la capacità di affrontare e risolvere in modo efficace i problemi che si presentano lungo il cammino. Consiste nell'analizzare il problema, valutare le diverse opzioni e prendere decisioni informate per trovare la soluzione migliore.

Alcune delle strategie più efficaci per migliorare il problem solving includono lo sviluppo del pensiero critico, l'analisi dei problemi, il troubleshooting, il decision making e la risoluzione dei conflitti.

Il pensiero critico ci aiuta ad analizzare in modo obiettivo le informazioni, valutare le opzioni e prendere decisioni informate. È fondamentale per identificare le cause radice dei problemi e per evitare soluzioni superficiali.

L'analisi dei problemi consiste nel comprendere le caratteristiche del problema, raccogliere e analizzare i dati pertinenti, individuare le possibili soluzioni e infine scegliere la migliore. È una tecnica utile per affrontare situazioni complesse e sfide importanti.

Il troubleshooting è la tecnica di risoluzione dei problemi tecnici. Consiste nell'identificare e risolvere i problemi tecnici attraverso una serie di passaggi sistematici. È particolarmente utilizzato nel campo dell'informatica, dell'elettronica e delle reti.

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Cristian Andreatini

  • Pubblicato il 11/02/2024

Indice dell'articolo

Tutti quanti almeno una volta nella nostra vita abbiamo sentito di parlare di  problem solving , ma non tutti sanno bene che cosa sia veramente.

Definizione Problem Solving

Problem solving, tradotto letteralmente, significa “risoluzione del problema” e riguarda l’insieme dei processi messi in atto per analizzare, affrontare e cambiare una data situazione al fine di risolvere positivamente una problematica.

Si tratta dunque di tecniche messe in atto quotidianamente, specialmente in ambito lavorativo.

Cos’è il problem solving 

Ad esempio i manager svolgono una parte fondamentale del proprio ruolo esattamente attraverso la risoluzione delle varie problematiche che si prospettano loro quotidianamente:

  • Per un manager la risoluzione di un problema è sinonimo di  successo.

Per questo motivo è fondamentale essere pronti, sapere subito come agire e come trovare soluzioni efficaci.

A causa della scarsa risoluzione dei problemi, infatti, sempre più frequentemente falliscono i rapporti interpersonali e falliscono le imprese: questo in gran parte si verifica quando le problematiche non vengono riconosciute o quando vengono riconosciute ma non si affrontano in maniera appropriata.

Risulta dunque abbastanza chiaro come il problem solving spesso possa essere un cammino tortuoso ed in salita:

  • Risolvere un problema comporta inevitabilmente una certa dose di rischio da valutare e di ostacoli da superare.

D’altronde se non ci fosse difficoltà per risolvere una data situazione non ci sarebbe alcun problema a cui trovare soluzione!

Il problem solving comporta proprio il superamento di tutto ciò che ostacola il raggiungimento immediato degli obiettivi di una qualche risoluzione.

Ecco quali sono le 6 fasi del problem solving

Identificazione del problema.

Per risolvere una situazione bisogna innanzitutto riconoscere che c’è un problematica e identificarne la natura.

Questa è una fase che può sembrare ovvia, ma, nella maggior parte dei casi non è così in quanto non è detta che tutti i soggetti coinvolti percepiscano il problema come tale, per questo è bene che ognuno chiarisca e condivida la situazione che sta vivendo.

Strutturazione del problema

Questa parte prevede un periodo di osservazione, analisi dettagliate e ricerca al fine di ottenere un quadro chiaro e completo della problematica e comprenderla a fondo.

Vengono così anche evidenziate le difficoltà e gli obiettivi da raggiungere per riuscire in una risoluzione di successo.

L’identificazione e la strutturazione del problema sono step molto importanti e delicati. Qualora questi non venissero analizzati completamente potrebbero comportare problemi nella successiva fase di implementazione.

Ricerca di possibili soluzioni

Si giunge poi al momento di pensare ad una serie di possibili soluzioni in base a quanto individuato nella fase di strutturazione del problema.

Nelle situazioni di gruppo spesso si procede attraverso una sessione di brain-storming:  ogni soggetto esprimere senza freni le proprie idee e le proprie opinioni su possibili soluzioni, dando libero sfogo alla creatività, ognuno guidato anche dal proprio ambito di competenze.

Questa fase è la più complessa del problem solving in quanto comporta un’analisi approfondita, con i relativi “pro” e “contro”, delle diverse possibili soluzioni e si conclude con la selezione sino ad arrivare alla scelta decisiva.

Implementazione

Si procede quindi alla messa in atto della soluzione scelta.

Monitoraggio

I risultati e i feedback della soluzione attuata vanno monitorati per un arco di tempo che verrà definito: la fase finale del problem solving si occupa, infatti, proprio di verificare il successo di quanto operato.

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Problem Solving: l’arte di risolvere i problemi

problem solving

  • Pubblicato da: Fabio
  • Aggiornato il: 31-01-2022

Il problem solving è quell’insieme di abilità che permettono di risolvere le difficoltà della vita quotidiana. Scopriamo come renderlo più efficace.

“Che peccato che gli esseri umani non possano scambiarsi i problemi. Tutti sembrano sapere esattamente come risolvere quelli degli altri.” (Olin Miller)

Il problem solving può essere definito come quell’insieme di strategie e di abilità che consentono di risolvere con efficacia problemi di qualunque natura.

Parliamo di una vera e propria arte che richiede di miscelare sapientemente razionalità, creatività, capacità di circoscrivere e semplificare il problema, adottando punti di osservazione non convenzionali che arricchiscono l’insieme delle possibili soluzioni.

La complessità della società in cui viviamo aumenta rapidamente. Gli schemi mentali che in passato garantivano una buona probabilità di successo, diventano vecchi e inefficaci molto velocemente, contribuendo spesso ad alimentare un problema invece che risolverlo.

Nell’ambito del Problem Solving Strategico , lo psicoterapeuta Giorgio Nardone definisce questa condizione con il termine di “tentata soluzione”, un circolo vizioso che spinge le persone a credere che la soluzione adottata sia l’unica possibile. Invece di focalizzarsi sulla ricerca di nuove soluzioni, si continua imperterriti e con grande dispendio di energie ad applicare una formula che non solo non funziona più, ma peggiora la situazione.

Quali sono le fasi del problem solving?

“I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati.” (Albert Einstein)

Anche se non esiste una strategia universalmente valida per la soluzione di un problema, le linee guida consigliano di adottare un processo organizzato in sei fasi:

1. Problem Setting – Fase in cui viene descritto il problema e le premesse che lo caratterizzano.

2. Problem Analysis – Consiste nell’analizzare nel dettaglio il problema, cercando di semplificarlo attraverso la scomposizione in problemi più piccoli.

3. Problem Solution Hypothesis – Fase in cui vengono individuate una serie di ipotesi di soluzione lasciando spazio alla logica, all’intuito, al pensiero creativo ed al compromesso.

4. Decision Making – È il passo della selezione della scelta migliore fra quelle ipotizzate.

5. Planning – Pianificazione dei traguardi intermedi e delle attività che porteranno alla soluzione del problema.

6. Decision Taking – È la fase finale e più importante, quella della messa in pratica di quanto è emerso nei passi precedenti.

1. Problem Setting

“La scienza non dice cose vere, perché non rientra nei suoi mezzi dire la verità. La scienza dice solo cose esatte. “Esatto” è una parola latina che viene da ex-actus, ovvero piccole cose che discendono dalle premesse che pongo. È chiaro che se uno pone delle premesse e un altro ne pone delle altre, si ottengono risultati diversi.” (Umberto Galimberti)

La fase di problem setting consiste nella definizione chiara ed accurata del problema. Individuare un problema non significa averlo compreso a fondo. Analogamente a quanto accade per il metodo scientifico, le premesse con cui lo definiamo condizioneranno direttamente la qualità delle ipotesi di soluzione.

Per agevolare il processo di definizione è utile porsi alcune domande:

1. “Qual è il problema che voglio risolvere?”

2. “Quali sono le evidenze oggettive che lo caratterizzano?”

3. “Qual è la situazione attuale?”

4. “Qual è la situazione desiderata a cui voglio arrivare?”

2. Problem Analysis

“Quando si ha un problema complesso da risolvere, al fine di costruire una strategia efficiente oltre che efficace, risulta utile frazionare l’obiettivo finale in una serie successiva di micro-obiettivi.” (Giorgio Nardone)

La Problem Analysis è la fase in cui si effettua una analisi approfondita del problema lavorando sul frazionamento, ovvero sulla scomposizione in problemi più piccoli e semplici da affrontare.

Se la situazione attuale definisce il punto in cui siamo e la situazione desiderata il punto in cui vogliamo arrivare, possiamo immaginare di suddividere la retta che unisce questi due punti in tanti traguardi intermedi da analizzare singolarmente.

Possiamo procedere con l’analisi di ogni singolo sottoproblema utilizzando la regola delle 5W:

1. Who? (Chi?) – Chi sono gli attori coinvolti?

2. What? (Che cosa?) – Che cosa caratterizza il problema? Quali sono i fattori e le premesse che lo definiscono?

3. When? (Quando?) – Quando si verifica o potrebbe verificarsi?

4. Where? (Dove?) – Dove si verifica o potrebbe verificarsi?

5. Why? (Perché?) – Perché si verifica o potrebbe verificarsi?

Per approfondire: Reframing: tutto è relativo

3. Problem Solution Hypothesis

“Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.” (Erasmo da Rotterdam)

Dal punto di vista delle neuroscienze, la lucida visionaria follia citata da Erasmo da Rotterdam, consiste nel miscelare sapientemente razionalità ed intuito.

Quando utilizziamo un approccio troppo razionale, la mente tende a creare vincoli inesistenti che soffocano il processo creativo, scartando le soluzioni elaborate a livello inconscio, che sovente risultano essere le migliori.

La tecnica dei 6 cappelli per pensare illustrata nell’omonimo libro da Edward de Bono, scrittore laureato in Psicologia e Medicina, risulta molto efficace per identificare un certo numero di ipotesi di soluzione utilizzando punti di vista alternativi:

1. Cappello rosso – È il cappello delle emozioni, che si libera dei vincoli e del condizionamento della logica dei pensieri, focalizzandosi sulle sensazioni e sull’intuito.

2. Cappello bianco – È il cappello della ragione, che cerca e acquisisce informazioni, ne verifica la veridicità e le confronta fra loro elaborando una visione di sintesi.

3. Cappello verde – È il cappello del pensiero creativo e laterale, che osserva le cose in maniera anticonvenzionale, uscendo dagli schemi.

4. Cappello nero – È il giudice severo che critica le ipotesi di soluzione emerse evidenziandone errori, lacune e rischi.

5. Cappello giallo – È il cappello dell’ottimismo realista, che si focalizza sugli aspetti positivi e sulla soluzione.

6. Cappello blu – È il cappello della sintesi, capace di trovare un punto di incontro fra tutte le tesi emerse dall’utilizzo dei cappelli precedenti.

Per approfondire: Decisioni e opzioni di scelta

4. Decision Making

“Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa.” (Peter Ferdinand Drucker)

Se tutti i passi precedenti sono stati elaborati correttamente, non resta che valutare quanto è emerso e scegliere la soluzione migliore, quella che si presenta come la più funzionale al nostro scopo.

Una delle caratteristiche che rendono complicata la presa di una decisione, è che qualunque essa sia alimenterà sempre un certo livello di incertezza. La mente tenderà a compensare questo effetto prediligendo la scelta più conservativa, quella che nel breve termine genererà il livello di dolore minimo, preservando il nostro bisogno di sicurezza .

Essere consapevoli di questo particolare bias cognitivo , è già di per sé un ottimo spunto per focalizzare la nostra attenzione sugli effetti a lungo termine della soluzione scelta.

Per approfondire: Fare la scelta giusta: la matrice SWOT

5. Planning

“Tu sei nato per vincere, ma per essere un vincitore devi pianificare la vittoria, prepararti a vincere, ed aspettarti di vincere.” (Zig Ziglar)

La fase di planning consiste nell’organizzare temporalmente le varie attività che permetteranno di mettere in atto le decisioni prese al passo precedente, facendoci raggiungere progressivamente tutti i traguardi definiti in fase di analisi.

La pianificazione di lungo periodo si occupa si stimare la data di raggiungimento dei traguardi che caratterizzano l’obiettivo finale.

La pianificazione di medio periodo si focalizza sui passi principali da compiere per raggiungere i traguardi dei prossimi tre mesi.

Il planning di breve periodo copre un arco di 7 giorni, definendo a livello di singola giornata il dettaglio delle cose da fare.

Per approfondire: Piccoli passi per grandi obiettivi

6. Decision Taking

“Un buon piano messo in pratica subito è decisamente migliore di un piano perfetto che verrà avviato la prossima settimana.” (George Smith Patton)

L’ultima fase del processo di problem solving, consiste nella messa in atto di quanto è stato pianificato. L’azione è l’unico indicatore rappresentativo del fatto che stiamo affrontando il problema.

Decidere e non agire, è come non decidere!

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Guida al Problem Solving: strategie e esempi efficaci

Vincenzo Di Giorgi

  • Marzo 15, 2023
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Cosa significa Problem Solving?

Il problem solving è un processo mentale che consiste nel trovare soluzioni a problemi o situazioni problematiche. Si tratta di una competenza fondamentale che permette alle persone di identificare e analizzare un problema, di generare e valutare diverse opzioni di soluzione e di scegliere la migliore strategia per risolverlo.

Il processo di problem solving può includere diverse fasi, come l’identificazione del problema, la raccolta di informazioni pertinenti, la generazione di ipotesi e soluzioni, la valutazione dei pro e dei contro delle diverse opzioni e infine l’attuazione della soluzione scelta.

Il problem solving può essere applicato in molte situazioni, sia nella vita quotidiana che nel lavoro. Ad esempio, può essere utilizzato per risolvere problemi tecnici, per affrontare conflitti interpersonali, per prendere decisioni strategiche in un’azienda o per risolvere problemi matematici.

A cosa serve il Problem Solving?

Rappresenta una competenza cruciale, oggi definita trasversale , che consente di affrontare con successo le sfide che si presentano nella vita e nel lavoro.

Ecco alcune delle principali ragioni per cui il problem solving è importante:

  • Risolvere problemi : aiuta a identificare e risolvere i problemi in modo efficace e efficiente.
  • Migliorare le decisioni : aiuta a prendere decisioni informate e razionali, basate sui dati e sulle evidenze.
  • Sviluppare la creatività : richiede di pensare fuori dagli schemi e di considerare soluzioni innovative e originali.
  • Aumentare l’autostima : risolvere con successo i problemi può aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi.
  • Migliorare le relazioni : aiuta a gestire conflitti e a risolvere problemi interpersonali.

In sintesi, il problem solving è un’abilità fondamentale che può essere utile in molte situazioni della vita. Essere in grado di risolvere i problemi in modo efficace può portare a risultati positivi e migliorare la qualità della vita.

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Vedi anche: Come rispondere alla domanda Parlami di Te durante un colloquio di lavoro!

Le fasi del Problem Solving

Il processo di risoluzione di un problema secondo questa teoria può variare a seconda del tipo di problema e delle circostanze specifiche.

Generalmente comprende le seguenti fasi:

  • Identificazione del problema : La prima fase del processo è l’identificazione del problema.
  • Raccolta di informazioni : Dopo aver identificato il problema, è importante raccogliere tutte le informazioni pertinenti per capire il problema e le sue cause.
  • Generazione di opzioni : Una volta che si hanno sufficienti informazioni, si possono iniziare a generare opzioni per risolvere il problema.
  • Valutazione delle opzioni : Dopo aver generato diverse opzioni, è importante valutarle in base ai pro e ai contro di ciascuna.
  • Implementazione della soluzione : Dopo aver scelto la soluzione migliore, è necessario metterla in pratica.
  • Valutazione dei risultati : Infine, è importante valutare i risultati dell’implementazione della soluzione.

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Vedi anche: Come rispondere alla domanda sui pregi e difetti durante un colloquio di lavoro

Il Problem Solving nel mondo del lavoro

Il problem solving è una competenza essenziale nel mondo del lavoro, perché aiuta a risolvere i problemi e a raggiungere gli obiettivi in modo efficace ed efficiente.

Ecco alcuni esempi specifici di come il problem solving è importante nel mondo del lavoro:

  • Migliorare la produttivit à: il problem solving aiuta a individuare e risolvere problemi che possono ostacolare la produttività sul posto di lavoro.
  • Risolvere problemi tecnici : nel caso di problemi tecnici o di malfunzionamenti di macchinari o attrezzature, il problem solving è essenziale per trovare una soluzione rapida ed efficace.
  • Prendere decisioni informate : il problem solving aiuta a prendere decisioni informate e basate sui dati.
  • Gestire i conflitti : il problem solving può aiutare a gestire i conflitti sul posto di lavoro, ad esempio tra i membri del team o tra il personale e i clienti.
  • Sviluppare soluzioni innovative : il problem solving richiede di pensare fuori dagli schemi e di considerare soluzioni innovative e originali.

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Vedi anche: Competenze trasversali, cosa sono e perché sono importanti nel lavoro?

10 esempi di Problem Solving

Ecco una lista di 10 esempi di problem solving che ti serviranno per allenare la tua abilità nella risoluzione di problemi complessi:

  • Data una lista di numeri, trovare la somma dei numeri pari.
  • Dato un labirinto, trovare un percorso dal punto di partenza al punto di arrivo.
  • Dato un elenco di parole, trovare tutte le parole che iniziano con una lettera specifica.
  • Dato un insieme di numeri, trovare il valore massimo che può essere ottenuto sommando i numeri in un sottoinsieme di numeri.
  • Dato un elenco di città e le loro coordinate geografiche, trovare il percorso più breve per visitare tutte le città.
  • Dato un elenco di intervalli di tempo, trovare il più grande intervallo di tempo che non si sovrappone con gli altri intervalli.
  • Dato un insieme di punti in un piano cartesiano, trovare il punto più vicino a un punto di riferimento.
  • Dato un insieme di parole, trovare il numero di volte che ciascuna parola appare nell’elenco.
  • Dato un grafo, trovare il percorso più breve tra due nodi.
  • Dato un insieme di numeri, trovare il numero più grande che può essere formato combinando i numeri in qualsiasi ordine.

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Le olimpiadi del Problem Solving

Le Olimpiadi del problem solving , anche conosciute come IOI (International Olympiad in Informatics), sono una competizione annuale di informatica per studenti delle scuole superiori di tutto il mondo.

La competizione consiste in una serie di problemi di programmazione che richiedono ai partecipanti di utilizzare le loro capacità di pensiero logico e di risolvere problemi per sviluppare algoritmi efficienti e scrivere codice che risolva i problemi dati.

I partecipanti sono selezionati attraverso una serie di competizioni a livello nazionale e regionale. Le Olimpiadi sono un evento prestigioso per gli studenti di informatica, e spesso rappresentano un importante trampolino di lancio per una carriera nella programmazione e nell’informatica.

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L’AUTORE

Vincenzo Di Giorgi

Career Advisor – Linkedin Top Voices Lavoro 2024

Laurea in Giurisprudenza e Master di 2° Livello in Human Resources Management. Esperienza come Recruiter Specialist e Supervisor presso Gi Group e Amazon. Attualmente supporta i candidati nel superare i processi di selezione con strategia e metodi efficaci. Nominato Linkedin Top Voices Lavoro 2024.

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Scopri cos’è il problem solving: la definizione e gli esempi in psicologia 

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Il problem solving è una parte importante della nostra vita quotidiana, dal decidere cosa mangiare per cena fino al valutare se è il momento giusto per comprare una casa.

Avere buone metodologie e strategie di problem solving, quindi, risulta fondamentale per prendere decisioni e superare gli ostacoli che si frappongono tra te e i tuoi obiettivi.

In questo articolo, quindi, spieghiamo cos’è il problem solving, quali abilità è necessario sviluppare per imparare a risolvere i problemi meglio e più velocemente, il tutto con l’aiuto di un po’ di esempi . Traduzione, definizione, sinonimo e contrario. 

Che cos’è il problem solving per la psicologia cognitiva?

Il problem solving è esattamente quello che sembra: è la pianificazione e l’esecuzione intenzionale di soluzioni pratiche ai problemi che si presentano nella vita. La traduzione di questo termine inglese è letteralmente risoluzione di problemi. 

Per quanto si cerchi di evitarli, i problemi si presentano sempre . Forse la strada che devi percorrere per andare al lavoro per una riunione è inaspettatamente chiusa. Magari il negozio di alimentari ha finito un ingrediente importante di cui hai bisogno per preparare la cena.

Oppure c’è un collega che sistematicamente si frappone tra te e il raggiungimento dei tuoi migliori risultati. Sei tu a decidere come reagire a questo tipo di situazioni: puoi lasciare che il problema ti frustri, ti blocchi e ti faccia perdere l’obiettivo .

Oppure puoi reagire mentalmente al problema, trovare una soluzione e avanzare verso il raggiungimento del tuo scopo.

In psicologia cognitiva, il termine problem solving si riferisce al processo mentale che le persone mettono in atto per scoprire, analizzare e risolvere i problemi.

Un problema esiste quando c’è un obiettivo che vuoi raggiungere, ma il processo per arrivarci non è lineare ed evidente perché ci sono ostacoli da superare. In altre parole, c’è qualcosa che vuoi che si verifichi nella tua vita, ma non sei immediatamente sicuro di come farlo accadere. Forse desideri un rapporto migliore con il tuo partner o con un altro membro della famiglia, ma non sei sicuro di come migliorarlo. Oppure vuoi avviare un’attività imprenditoriale ma non sai quali passi compiere. Il problem solving aiuta a capire come realizzare questi desideri, superando piccoli e grandi dubbi e impedimenti. 

Di fronte agli ostacoli della vita, infatti, hai due scelte davanti a te. Puoi essere un problem solver, ovvero una persona risoluta , che analizza i problemi e trova le soluzioni. Oppure, al contrario, un imbelle, ovvero un tipo che si ferma davanti agli ostacoli e rinuncia. 

Metodologia del problem solving: quali sono le 6 fasi per la risoluzione dei problemi?

Le fasi fondamentali della risoluzione dei problemi sono perlopiù sei.

  • Consapevolezza del problema . A volte le persone possono non essere consapevoli dei problemi che le circondano o dei loro comportamenti problematici. Il primo passo verso la soluzione di un problema è riconoscere che esiste.
  • Percezione del problema . Il passo successivo per risolvere un problema è percepirlo nel modo giusto, ossia riconoscere la situazione o il comportamento come un problema.
  • Disponibilità ad affrontare il problema . Successivamente, bisogna essere disposti ad affrontare il problema. Alcune persone sono in grado di percepire i problemi della loro vita, ma non sono disposte a fare qualcosa per cambiare.
  • Volontà di risolvere il problema . Dopo aver percepito la volontà di affrontare il problema, bisogna anche essere disposti a fare ciò che è necessario per risolverlo. Sapere cosa è necessario fare e portare avanti le azioni sono due passi molto diversi.
  • Analisi delle soluzioni . Una volta disposti a risolvere il problema e ad agire di conseguenza, è indispensabile trovare la strategia giusta. I problemi, spesso, hanno diverse possibili soluzioni ed è importante riuscire a capire qual è la migliore per te. 
  • Azione . Se hai la volontà di risolvere il problema e hai individuato la soluzione giusta, non ti resta che passare all’ultima fase: agire per superare definitamente l’ostacolo.

problem solving charlie fantechi

Problem solving skills: quali sono le abilità necessarie per risolvere efficacemente i problemi?

Spesso quella del problem solving è considerata un’unica abilità. Tuttavia per essere un buon problem solver, in realtà, è necessario possedere diverse skills . Se hai difficoltà a risolvere i problemi in modo efficace, prova a sviluppare queste abilità per ottenere risultati migliori.

  • Comunicazione . Se il tempo lo consente, parlare del problema può aiutarti a individuare soluzioni a cui non si avevi pensato o a chiedere aiuto a qualcuno con più esperienza. Imparare a comunicare i problemi è un ottimo modo per ottenere una prospettiva diversa.
  • Analisi . Comprendere a fondo un problema permette di formulare la soluzione migliore. Prova a guardare il problema da una prospettiva diversa o a raccogliere dati per creare la soluzione con le migliori possibilità di successo. 
  • Giudizio . Risolvere i problemi in modo efficace richiede una buona capacità di giudizio. Ad esempio, a volte la soluzione più semplice a breve termine è la peggiore a lungo termine. La valutazione di cosa sia più importante, è parte integrante della risoluzione del problema.
  • Creatività . Le soluzioni ai problemi sono diverse come i problemi stessi. Trovare la soluzione giusta richiede spesso un pensiero creativo, soprattutto se si tratta di un problema mai affrontato prima.
  • Decision making . L’azione è l’unico modo per mettere in atto una soluzione e la difficoltà a prendere decisioni può influire sulla tua capacità di risolvere i problemi.

2 tecniche di problem solving: come puoi migliorare nella risoluzione dei tuoi problemi?

Acquisire le abilità per migliorare le tue doti di problem solving può essere un percorso lungo che necessita molto impegno. Allora, nel frattempo, ecco due metodi che possono aiutarti subito a comprendere meglio il tuo problema e ispirarti a generare soluzioni più creative velocemente.

  • Il metodo Kipling . Questa tecnica si concentra sulla formulazione di sei domande specifiche: cosa, dove, quando, come, perché e chi. Quando hai un problema definito , applica queste sei domande per ottenerne una migliore comprensione e aiutarti a trovare soluzioni più creative ed efficaci.
  • Capovolgimento . Questo metodo di risoluzione dei problemi ti chiede di considerare i tuoi problemi da un altro punto di vista. Ad esempio, guarda un problema dalla prospettiva della paura e scrivi come ti senti . Poi guarda lo stesso problema dal punto di vista della speranza e scrivi come ti senti. Nota come il cambiamento di prospettiva può modificare i tuoi sentimenti nei confronti di un problema e fornirti un nuovo punto di vista per risolverlo.

Esempi di problem solving

A volte il modo più semplice per imparare un concetto è vederlo in azione. Considera, quindi, i seguenti esempi di problemi quotidiani e le diverse soluzioni adottate dalle persone. 

Una cosa importante da ricordare è che di solito esistono numerosi modi di problem solving , motivo per cui troverai due soluzioni per ogni situazione.

E poi, nella vita reale, spesso è necessario più di un tentativo per trovare una soluzione efficace, quindi continua a provare finché non trovi l’approccio che funziona per te!

  • Esempio di problema : Maria sta andando al lavoro per una riunione importante quando buca una gomma. Accosta con prudenza sul ciglio dell’autostrada per valutare le sue opzioni. Suo padre le ha insegnato a cambiare una gomma a terra qualche anno fa, ma lei non l’ha mai fatto da sola. Potrebbe farsi prendere dallo scoramento e piangere da sola in auto. Oppure… Soluzione n. 1: Maria decide di affrontare il problema di petto e di cambiare la gomma da sola. Comunica al lavoro che potrebbe fare tardi, legge il manuale d’uso e riesce a cambiare la gomma da sola. Impiega un po’ di tempo ma non ha saltato la riunione e sa che la prossima volta sarà più veloce.  Soluzione n. 2: Maria decide di non sentirsi a suo agio nel cambiare un pneumatico sull’autostrada trafficata. Comunica al lavoro che salterà la riunione mattutina e chiama il fratello per farsi aiutare a cambiare lo pneumatico. Nel pomeriggio si fa aggiornare sulla riunione e recupera il lavoro che non ha fatto.
  • Esempio di problema: Angela si è impegnata in una nuova routine di allenamento per migliorare la sua forma fisica . È stata costante per due settimane ma poi le viene l’influenza e non può andare in palestra. Potrebbe andare in palestra malata e disperata peggiorando il suo stato di salute, ma anche rinunciare al suo obiettivo. Oppure… Soluzione n. 1: Angela decide di modificare il suo allenamento con mini sessioni da 15 minuti nei giorni in cui è malata. In questo modo rispetta il suo impegno e permette al suo corpo di riposare. Soluzione n. 2: Angela decide di non sentirsi abbastanza bene da alzarsi dal letto. Si prende cura del suo corpo bevendo molta acqua e riposando. Riprende serenamente la sua routine non appena si sente meglio e non si rimprovera per l’interruzione dell’allenamento.
  • Esempio di problema: Gianni ha preparato una presentazione digitale per l’esame finale di uno dei suoi corsi universitari. La tecnologia dell’aula è vecchia e non funziona in modo costante. Quando prova ad aprire la presentazione, il sistema gli restituisce un errore e non funziona. Potrebbe farsi prendere dal panico e rifiutarsi di fare la sua presentazione. Oppure… Soluzione n. 1: Gianni era preparato a questa situazione perché ha visto quanto sia scadente la tecnologia in aula. Consegna copie stampate della sua presentazione al professore e alla classe. Soluzione n. 2: Gianni decide di fare una presentazione orale invece di usare il materiale digitale. Utilizza gli appunti che aveva preparato per fare la presentazione senza l’ausilio delle diapositive.

Scopri cos'è il problem solving: la definizione e gli esempi in psicologia

Problem solving nel lavoro: quasi sono le frasi giuste per incorporare queste abilità e caratteristiche nel tuo curriculum?

Oggi le aziende richiedono sempre di più ai propri dipendenti e collaboratori di avere delle buone capacità di problem solving . Diventa importante, quindi evidenziare questa caratteristica nella propria candidatura ad un posto di lavoro, specialmente se è di tipo manageriale e implica l’assunzione di responsabilità. 

Quindi, come mettere in risalto le tue abilità da risolutore di problemi? Sicuramente non basta scrivere problem solving nella sezione dedicata alle soft skills sul tuo curriculum. Quello che potresti fare è essere più specifico, indicando che tipo di problemi sei più bravo a risolvere. 

Puoi anche utilizzare la lettera di presentazione per fare degli esempi concreti di come, le tue abilità hanno consentito l’efficace risoluzione di problematiche nelle tue passate esperienze di lavoro. 

Insegnare il problem solving: come far acquisire queste abilità ai bambini con la didattica?

I problem solver esaminano tutti gli aspetti di un problema e sviluppano una soluzione che soddisfa al meglio tutte le parti. Quando gli si presenta una crisi, non si lasciano prendere dall’emotività. Vedono le sfide come opportunità di fare esperienza.

Sanno che ogni problema ha una soluzione e hanno fiducia in se stessi e nelle loro capacità di trovare il rimedio migliore. La risoluzione rapida ed efficace dei problemi è un’abilità essenziale per la vita. Ed è per questo semplice (ma in realtà non banale) motivo che genitori e insegnanti dovrebbero coltivare questa abilità nei più piccoli. Per farlo, ci sono alcune attività di problem solving che si possono proporre agli studenti. Il brainstorming su un argomento ne è uno. Fare degli elenchi relativi a una tematica può aiutare a capire meglio l’argomento e a migliorare le capacità di risoluzione dei problemi. Ad esempio, studiando un evento storico che non è andato come previsto è possibile fare un elenco dei modi in cui i protagonisti possono aver influenzato il risultato.

Oppure si possono creare dei giochi di ruolo, incoraggiando i ragazzi a creare circostanze che richiedono soluzioni innovative per stimolare la loro immaginazione .  Ad esempio, uno scenario in cui un gruppo di scolari è bloccato su un’isola per tre giorni con poco cibo e acqua e deve costruirsi un riparo con gli oggetti trovati sull’isola. Non dimentichiamo che i bambini che imparano a gestire le difficoltà senza ricorrere ad azioni avventate o violente eviteranno i conflitti in classe e nella vita quotidiana nel presente e nel futuro.

Inoltre, chi ha sviluppa buone doti di problem solving può anche essere più bravo a riconoscere lo scopo (o la mancanza di scopo) dietro i comportamenti degli altri.  E poi, forse non c’è bisogno di ricordare che le capacità di problem solving sono preziose sul posto di lavoro. 

Questi sono sicuramente degli ottimi motivi per cui ai bambini e ai ragazzi dovrebbe essere insegnato a diventare buoni problem solver, sia dai genitori che dagli insegnanti.

Ed è anche un ottimo motivo per cui noi adulti dovremmo cercare di migliorare ogni giorno il nostro approccio ai problemi , facendolo diventare più positivo ed efficace possibile. 

DR.-FANTECHI---Psicologo,-Psicoterapeuta-Ipnotista

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Problem solving: cos’è e come svilupparlo? Consigli strategici

Di filippo ongaro.

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Tra le tante competenze trasversali o soft skills richieste oggi nel mondo del lavoro ce n’è una davvero preziosa che può esserti d’aiuto anche nella vita in generale : è il cosiddetto problem solving ed è un’abilità importante nella gestione nelle situazioni impreviste e delle crisi.

Letteralmente si tratta della capacità di “ risolvere problemi ” con razionalità, tempestività e giusto impiego di risorse ed energie in un mondo sempre più competitivo e complesso. 

Ma come si fa a sviluppare questa capacità e quali sono le strategie per diventare problem solver nella vita? Vediamo insieme passo dopo passo come destrutturare i blocchi psicologici che ci impediscono di affrontare le situazioni , con alcuni consigli pratici per uscire dall’ empasse e vivere la vita a pieno .

Non lasciare che le situazioni problematiche ti blocchino

A volte, di fronte a una criticità, il nostro cervello inizia a lavorare in maniera velocissima , andando in cortocircuito e paralizzandoci. Perciò, prima di tutto, sono necessari un buon lavoro interiore  e una capacità di gestione emozionale che ci consentano di non entrare in panico e girare a vuoto.

Infatti, imparare a  gestire gli imprevisti con razionalità e prontezza  è molto importante non solo sul lavoro, ma anche nella vita in generale. 

Ciò non significa fingere che le emozioni negative non esistano, ma è importante e trasformarle in energia positiva : ansia e stress  ostacolano il cambiamento solo se lasciamo loro troppo spazio ma, se sapremo ridimensionarle, non costituiranno più una minaccia al nostro equilibrio. 

Le difficoltà sono un ottimo banco di prova per allenare qualità come tenacia, costanza, determinazione a raggiungere uno o più obiettivi.

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Fidati delle tue capacità: il self empowerment

Si parla di  self-empowerment  quando una persona prende una decisione consapevole di esserne responsabile . Sapersi assumere le proprie responsabilità e i rischi di una decisione è una capacità ammirevole nei confronti del proprio team di lavoro, dei colleghi, di sé stessi. 

Il focus del self-empowerment è l’ assunzione di responsabilità : fino a quando ti consideri vittima delle circostanze e non comprendi che puoi essere protagonista della tua vita , non farai mai quel salto di qualità necessario a migliorarti. 

Per trovare la forza e la determinazione a sentirsi responsabili di sé stessi e della propria vita, la prima competenza sulla quale lavorare è il  senso di autoefficacia : consente di sentirsi persone adeguate e in grado di agire con prontezza in differenti circostanze.

Il secondo aspetto imprescindibile da potenziare è il  pensiero positivo . È molto importante, infatti, focalizzarsi sulle opportunità e sulle proprie potenzialità anziché sulle proprie debolezze e sugli insuccessi. Ciò permette di convogliare le energie nella giusta direzione , rafforzare l’immagine positiva di sé stessi e riconoscere le prospettive di miglioramento .

Tutto questo circolo virtuoso finisce per incrementare il senso di fiducia , autostima e determinazione a fare sempre meglio.

Seguiamo 6 step per un buon problem solving

Affrontare un problema prevede necessariamente il superamento di una serie ordinata di fasi . Perciò, proviamo a vedere insieme come affinare la capacità di problem solving per step:

1) Definizione del problema

Questa fase riguarda il focus sull’ostacolo da superare , dalla sua origine (dove e come nasce questo problema?) fino alle sue implicazioni (cosa comporta questa situazione? Vi sono complicazioni da considerare?). Qui è importante individuare e riconoscere la criticità , avere una visione d’insieme di cause e conseguenze, prima di analizzare ancora più a fondo.

2) Analisi delle cause

Spesso un problema può sembrare un ostacolo insormontabile; in realtà, ciascun problema si compone di più elementi ed è determinato da un insieme di fattori . Fare un'analisi lucida ed efficace delle cause significa considerare anche il peso di ciascun fattore. Perciò:

  • Elenca tutte le possibili cause e sotto-cause;
  • Assegna le priorità di intervento in relazione all’importanza di ciascuna causa, dati alla mano.

3) Brainstorming 

Se il problema riguarda la tua sfera lavorativa, è importante confrontarsi e fare rete. Tra gli strumenti utili a questo scopo c’è il diagramma causa/effetto o diagramma a lisca di pesce*. Questo strumento consente di elencare in modo sistematico e visuale tutte le possibili cause di un effetto.

Si tratta di uno strumento spesso utilizzato nelle attività di brainstorming per “ scomporre ” un problema (effetto) nei suoi fattori (cause) . Puoi fare così:

  • Disegna una linea orizzontale. Al termine della linea scrivi l’ effetto/problema da analizzare .
  • Dalla linea orizzontale si diffondono delle linee oblique. Ogni linea rappresenta una macrocategoria dalla quale si dipartono tutti i possibili fattori da analizzare . Talvolta, alcuni fattori sono a loro volta determinati da altri fattori. 
  • L’analisi procede finché si giunge al livello più elementare . Questo metodo è definito drill down e serve a raggiungere la concreta radice del problema.
  • Una volta compilato il diagramma, analizza i fattori uno alla volta , secondo priorità. 
  • Se nel corso dell’analisi una causa individuata non è più considerata rilevante, depennala dal diagramma in modo da concentrarti sulle altre cause .

4) Creazione delle possibili soluzioni

 In questa fase dovrai stilare una lista organizzata di possibili soluzioni . Analizzale poi in base a criteri di difficoltà, risorse e tempo richiesti, pertinenza con gli obiettivi e chances di successo . Procedi per esclusione, poi decidi quali strategie applicare avanti e predisponi un piano di attuazione.

5) Messa in pratica delle soluzioni

Si tratta della fase finale, quella in cui il tuo piano d’azione trova concreta esecuzione e nella quale capirai se la soluzione individuata si sia rivelata quella più efficace.

6) Analisi dei risultati

Questa fase è molto importante, perché dai risultati potrai ricavare case studies per perfezionare le tue prossime strategie . 

Perché le difficoltà sono fondamentali in una prospettiva di crescita?

Le difficoltà ci spaventano ma ci spronano ad agire e reagire , a capire i nostri limiti e come superarli, rafforzando la nostra sicurezza e migliorando la nostra abilità di scelta . 

Al contrario, rimanere nella propria comfort zone ci impedirà di vivere davvero : sì, può essere uno scudo contro la sofferenza e il cambiamento, ma è anche il modo migliore per precludere a noi stessi occasioni, possibilità e soddisfazioni personali.

È una questione di approccio mentale e di cambiamento delle proprie abitudini . Ciò dipende in larga parte dalla profondità interiore alla quale siamo disposti a scendere. Accontentarsi di galleggiare in superficie ci restituirà esperienze banali, senza mai fare il salto oltre le nostre paure. 

Aggirare gli ostacoli e i problemi senza mai affrontarli  rafforzerà le nostre insicurezze : invece, imparare a vivere davvero significa prendere di petto ciò che è scomodo , non temere di conoscere a fondo le nostre contraddizioni, accettando rischi e incertezze. Questo è l’unico modo per intraprendere i giusti percorsi di cambiamento e crescita personale .

In questo video ti spiego come rimanere focalizzati nei momenti difficili :

Libera il tuo pensiero dalla scatola

To think out of the box : questa espressione è spesso utilizzata per incoraggiare le persone a uscire dai propri schemi mentali e modificare il loro modo di pensare abituale . Quando poco fa parlavamo di cambiare abitudini, ci riferivamo anche (e soprattutto) alle abitudini mentali che frenano il nostro progresso .

Molto spesso, la “scatola” nella quale spesso siamo rinchiusi è l’insieme di tutte le cose che riteniamo essere vere su noi stessi e sulla vita che abbiamo vissuto influenzata dai nostri genitori, dall’ambiente nel quale siamo cresciuti, dalle nostre esperienze individuali . 

Tutto ciò è indubbiamente importante: è normale comportarsi e sviluppare le proprie opinioni in base ai punti di riferimento acquisiti nel proprio percorso di vita. 

Tuttavia, ciò di cui siamo convinti potrebbe ingabbiarci, se la “scatola” in cui viviamo ci rende impermeabili alla vita , che è invece dinamismo, accadimento, trasformazione e imprevisto. È proprio questa spinta a rafforzarci e renderci in grado di affrontare le situazioni.

Se rimaniamo dove siamo allontanando da noi qualsiasi stimolo , rischiamo di rimanere immobili , mentre ogni cosa intorno a noi scorre e si sviluppa.

Può accadere davvero questo? Sì, quando rimaniamo fermi nelle nostre abitudini inamovibili e ci rifiutiamo di affrontare la paura di cambiare , convinti che il cambiamento sia troppo spaventoso.

Tre passi per essere soggetti attivi nella propria vita

Molto spesso, l’idea che abbiamo di noi stessi è riduttiva e approssimativa, distante dalla nostra reale complessità; soprattutto, talvolta siamo poco consapevoli del nostro potenziale e delle mete che possiamo raggiungere camminando sulle nostre gambe . Se ancora fatichi a fidarti delle tue potenzialità, ecco tre gesti importanti da compiere nella vita di ogni giorno:

1. Interagisci e impara dagli altri, senza temere il confronto tossico 

Anziché rimanere entro i tuoi confini, confrontati e assimila le esperienze delle altre persone , trai ispirazione. Scegli persone che ammiri, non avere paura di porre domande . Gli stimoli esterni possono aiutarti ad affrontare alcune situazioni che procrastini perché ti spaventano.

2. Trasforma in successi gli insuccessi 

Non lasciare che la frustrazione prenda il sopravvento, quando le cose non vanno come avevi sperato: c’è sempre un motivo se la vita prende una certa direzione . Non incolparti a vuoto, ma prenditi del tempo per superare la delusione e rivedi lucidamente cosa non ha funzionato : è proprio da lì che devi ripartire.

3. Ricordati che il cambiamento ti rafforza

Il cambiamento fa paura, soprattutto quando non siamo noi a volerlo. Spesso, però, per migliorare e realizzarci non possiamo che scegliere il cambiamento . Cambiare significa evolvere, muoversi, non rimanere mai uguali a noi stessi e dunque scoprire cose nuove e mondi nuovi.

La realizzazione personale è sempre oltre le nostre paure e le scuse che troviamo per restare ancorati al presente che non ci soddisfa. Come hai potuto notare , gestire le situazioni, affrontare sfide e trovare soluzioni brillanti non è mai impossibile .

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Filippo Ongaro

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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Aldo Agostinelli

  • Digital Transformation

Problem solving: cos’è e come svilupparlo

Il problem solving è la capacità di affrontare un problema, analizzarlo e trovare una soluzione. si tratta di un percorso mentale e pratico non banale, che si può imparare sviluppando un approccio analitico e un atteggiamento sereno alle sfide che la vita pone ogni giorno.

Il problem solving è, letteralmente, la capacità di risolvere un problema . Si tratta di una competenza trasversale molto importante nella vita privata così come nella carriera professionale . Non a caso, la capacità di problem solving è una delle soft skills più richieste nel mondo del lavoro e più apprezzate dai recruiter. Risolvere i problemi non è affatto un’abilità scontata e, in un contesto aziendale , risulta fondamentale ogni volta in cui ci si trovi ad affrontare una situazione complicata o problematica. Circostanza che, come tutti sappiamo, può capitare spesso, specialmente in ambito lavorativo.

A maggior ragione la capacità di problem solving e il pensiero laterale diventano una parte fondamentale in una società sempre più complessa , nella quale il modo in cui si affronta un problema può fare la differenza dal punto di vista gestionale e produttivo , in ogni settore . Vediamo quindi come imparare ad assumere un approccio positivo ed equilibrato ai problemi e come sviluppare l’abilità di problem solving nella vita quotidiana.

In che cosa consiste il problem solving?

Ogni giorno dobbiamo affrontare la risoluzione di problemi . Dai più piccoli e banali, di ordine quotidiano e casalingo , a quelli esistenziali e relazionali . Passando naturalmente dai problemi sul lavoro . Come fare in modo che i soldi siano sufficienti per questo mese? E’ possibile evitare di litigare con il partner? Come fare per cambiare lavoro? E a gestire le richieste del direttore ? E così via.

Tutti abbiamo dei problemi. La differenza sta nel modo di affrontarli . Può capitare, infatti, di andare nel panico : allora la soluzione può sembrare lontana e difficile, talvolta impossibile. Con un approccio sistematico è invece possibile mantenere la calma e, passo dopo passo, trovare la soluzione di un problema. Ricordando che ogni problema rappresenta anche un’occasione di crescita .

Quali sono le quattro fasi del problem solving?

Per trovare una soluzione efficace ad un problema occorre seguire quattro step:

  • definizione e studio del problema
  • ricerca delle possibili soluzioni
  • identificazione della soluzione più idonea
  • implementazione della soluzione scelta e valutazione degli esiti.

Vediamo ora più nel dettaglio come seguire questo percorso e come trovare il modo giusto per affrontare situazioni complesse.

Definire il problema: il primo passo del problem solving

Il punto di partenza è la definizione del problema . In uno stato mentale vago e confuso, infatti, è impossibile trovare una soluzione, mentre la maggior parte delle volte è facile essere sovrastati dall’ansia. Bisogna cercare di dare un nome al problema che ci si trova davanti, delinearne caratteristiche e confini . Spesso infatti si tende ad ingigantire le questioni inutilmente, ed è sempre utile fare un passo indietro e ridimensionarle. Questo primo passaggio è forse il più importante nel processo di problem solving, quindi bisogna dedicargli il giusto tempo . La fretta non aiuta mai.

Analizzare il problema

Dopo aver definito il problema, bisogna analizzarlo , identificandone la cause e il possibile modo per superarlo . In questa fase, è giusto porsi diverse domande sulla natura del problema e su cosa l’ha generato. Siamo ancora in una fase iniziale di indagine, quindi non bisogna aver paura di perdere tempo. Gli elementi da tenere in considerazione sono le persone coinvolte , i fattori ambientali , l’ aspetto temporale . Può essere utile realizzare degli schemi – mentali oppure scritti – che colleghino causa ed effetto. Ed utilizzare le famose 5W : who, what, where, when e why. Ovvero chi, cosa, dove, quando e perché. Attraverso queste domande l’analisi sarà puntuale e completa.

Identificare le possibili soluzioni

Quasi sempre un problema prevede più di una soluzione . Prima di giungere a una conclusione è importante metterle tutte in campo , osservarle chiaramente e valutare pro e contro di ciascuna. Visualizzare soluzioni alternative permette di sviluppare un approccio flessibile e aperto. In questa fase bisogna lasciare da parte pregiudizi e idee preconfezionate, ricordando che diverse soluzioni possono essere valide. Tutto dipende dal punto di vista che si sceglie di assumere: in questo momento vale la pena sperimentarne diversi.

Problem solving: prendere una decisione

A questo punto siamo arrivati al fulcro della questione: dopo aver analizzato tutte le variabili in campo, bisogna prendere una decisione . Non sarà così difficile, perché avremo tutti gli elementi in mano per farlo. Tra le diverse soluzione valutate, si deve selezionare la migliore in base alla particolare situazione in cui ci si trova. Considerando, dunque, lo sforzo richiesto , le risorse da investire, il tempo a disposizione e il probabile ritorno . La soluzione deve essere la più adatta al contesto attuale .

Sviluppare un piano d’azione e agire

Dopo aver preso una decisione, bisogna passare all’azione . Ma prima, è necessario stabilire quali passi compiere . Definire, cioè, il percorso che ci porterà alla soluzione. Può essere una buona idea anche identificare già da ora un piano b , nel caso in cui il primo non funzionasse come previsto: gli imprevisti possono sempre capitare. Dopodiché, si parte all’azione. Tenendo conto, con serenità, che ogni scelta, ogni azione comporta sempre un rischio e contiene in sé la possibilità del fallimento . Non c’è niente di male, anzi: solo chi non fa non sbaglia. Quindi, mettete da parte la paura di commettere errori e applicate il piano che avrete formulato andando dritti per la vostra strada.

Problem solving e monitoraggio finale

Comunque sia andato il processo di problem solving , cogliete l’occasione per imparare qualcosa da quanto accaduto. Se l’esito sarà positivo , tenete a mente la modalità che avete applicato per riproporla in futuro . Se, al contrario, non è andata molto bene, cercate di cogliere i punti deboli all’interno del vostro percorso, in modo da migliorarli o sostituirli con strategie diverse . Ricordando che ogni problema rappresenta allo stesso tempo una sfida personale e un’ opportunità .

Cos’è il problem solving a scuola?

Il problem solving è una tecnica che si può applicare in molti ambiti . Nella vita quotidiana, in psicologia , in azienda , nelle relazioni e anche a scuola . Per i bambini e i ragazzi, infatti, è molto utile iniziare già durante gli anni scolastici ad impostare una modalità di pensiero creativa e flessibile . L’insegnante può quindi proporre un problema – di diversa natura ma non troppo strutturato – e sollecitare la classe a lavorare insieme per trovare la soluzione migliore. Un buon metodo per preparare i giovani ad affrontare le sfide del mondo del lavoro e della vita.

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Cos’è il problem solving e come sviluppare questa competenza

Il problem solving è una soft skill che si sente citare sempre più spesso, ma in cosa consiste esattamente? È un talento naturale o può essere appreso?

Il problem solving è una competenza trasversale (in inglese soft skill , in antitesi al termine hard skill che identifica le competenze tecniche) di cui si sente parlare sempre più spesso. Anche nel rapporto The Future of Jobs 2020 è segnalato come una delle competenze chiave per i prossimi anni, soprattutto alla luce delle nuove sfide poste dalla pandemia. Ma in cosa consiste esattamente? È un talento naturale o può essere appreso? Vediamo meglio di cosa si tratta, perché è diventato così importante e quali metodi esistono per sviluppare questa capacità e per saperla applicare.

Indice degli argomenti

Problem solving: cos’è e perché è una competenza trasversale importante

Problem solving significa letteralmente ‘risoluzione di problemi’, ovvero la migliore risposta possibile a una determinata situazione critica e solitamente nuova.

I problemi, piccoli e grandi, sono il pane quotidiano nella vita di tutti noi e siamo pertanto tutti abituati a doverli affrontare. Ma non tutti siamo efficaci nello stesso modo nel risolvere situazioni, ci sono persone più reattive, altre più riflessive; persone che sono capaci di aguzzare l’ingegno, e altre che vedono i problemi, ma faticano a razionalizzare una soluzione. Ci sono problemi ricorrenti per i quali automatizziamo la soluzione e problemi più complessi, per la cui soluzione serve un approccio out-of-the-box.

Anche l’ambito lavorativo riserva sempre dei problemi, e lo fa da sempre, ma perché negli ultimi anni è diventata ancora più importante questa competenza definita ‘soft’ che è il problem solving ?

La nostra risposta è che oggi il mondo è diventato molto più complesso, in piena trasformazione digitale, in una fase di transizione e piuttosto entropica, e questo si riflette sia nella vita delle persone, sia nella vita delle organizzazioni economiche. In un contesto di questo tipo i problemi sono la regola, perciò le competenze di problem solving sono diventate ancora più importanti, e lo saranno sempre di più: con la trasformazione digitale, l’intelligenza artificiale, la robotica, l’industria 4.0, i lavori che prevedono compiti semplici e ripetitivi saranno i primi in cui le macchine sostituiranno l’uomo. Rimarranno sempre più riservati agli esseri umani quei lavori che richiedono creatività e intuito, caratteristiche difficilmente replicabili da un software.

Purtroppo, con la pandemia il sistema economico e il mondo del lavoro dovranno affrontare difficoltà in più nei prossimi anni e in un contesto estremamente incerto, di cambiamento continuo, la capacità di problem solving è essenziale prima di tutto per ‘riprogrammare’ anche i propri piani. Nel video qui di seguito possiamo scoprire i cambiamenti principiali che ci si attende nel mondo del lavoro nei prossimi 5 anni.

Reskilling e upskilling saranno essenziali per adattare al cambiamenti le persone già inserite nel mondo del lavoro. Per chi ancora ci deve entrare è importante seguire le dinamiche in atto e capire che il ruolo della formazione continua all’interno delle aziende sarà nei prossimi anni più importante che mai e sarà spesso orientata alle hard skill.

Mentre si dà più per scontato nelle assunzioni e talent aquisition che nel CV siano messe in evidenza le soft skill, tra cui quelle di problem solving, che il candidato ha acquisito attraverso il proprio personale percorso ed esperienze.

Strumenti di problem solving

I problemi sono spesso al centro di ciò che molte persone e aziende devono fare ogni giorno: molte società, oltre ad avere i propri problemi interni, aiutano i loro clienti a risolvere i loro problemi. Una parte fondamentale del ruolo di ogni manager è quindi trovare il modo di risolverli.

Prima ancora della risoluzione del problema bisogna però identificarlo e capirne le cause, per fare ciò esistono diversi strumenti tra i quali: Il diagramma a lisca di pesce di Ishakawa , una metodologia per identificare la causa principale vera o più probabile per determinare azioni correttive e preventive, esso ordina le possibili cause in varie categorie che si diramano dal problema originale e può avere più sotto-cause che si diramano da ciascuna categoria identificata; il modello dei 5 Whys (i 5 Perché),  si tratta di un metodo che utilizza una serie di domande per approfondire gli strati successivi di un problema, l’idea di base è che ogni volta che ci si chiede “perché”, la risposta diventa la base del prossimo perché sino al momento in cui non si raggiunge una risposta esauriente; il diagramma di Pareto , formato da una serie di barre le cui altezze riflettono la frequenza o l’impatto dei problemi, sul grafico le barre sono disposte in ordine decrescente di altezza da sinistra a destra, ciò significa che le categorie rappresentate dalle barre alte a sinistra sono relativamente più frequenti o più impattanti di quelle a destra.

6 altre soft skill a supporto del problem solving

Le competenze trasversali disegnano le abilità di una persona e, a differenza delle competenze tecniche che posso riguardare singoli argomenti, sono fortemente connesse tra loro. Nel caso della soft skill problem solving esistono 6 competenze trasversali che più delle altre interagiscono con essa e concorrono insieme nello sviluppare la capacità di risolvere i problemi: la consapevolezza , necessaria per acquisire una visione globale della questione in analisi e identificare il problema; la capacità di ascolto attivo , necessaria per individuare il problema sin dalle sue prime forme, anche attraverso “l’ascolto” del non detto, e trovare le soluzioni migliori per risolverlo; la curiosità , che spinge a valutare più possibilità di soluzioni anche inedite; la creativa , che aiuta a non fermarsi davanti al primo scoglio sperimentando forme nuove per dar vita a soluzioni inaspettate; grinta e determinazione , per non abbattersi davanti agli ostacoli e andare avanti verso la soluzione;

Quali sono le 4 fasi del problem solving: il metodo per risolvere i problemi

Molte persone hanno un’attitudine naturale alla soluzione di problemi, ma si tratta comunque di una competenza trasversale che può essere acquisita, grazie anche all’applicazione di un metodo.

Il metodo del problem solving più diffuso prevede quattro fasi o passaggi:

Definire il problema

È una fase cruciale: quello che viene ritenuto il problema evidente, spesso non è il problema reale ma solo un suo sintomo. Analizzare bene una situazione, andare a fondo e individuare la situazione critica originale è l’unico modo per raggiungere una soluzione efficace. Ci sono diverse metodologie per riuscire ad arrivare alla radice del vero problema, come indicato sopra.

Generare alternative

È la fase creativa, quella del design delle soluzioni alle domande poste dal problema. Qui si tratta anche di organizzare le informazioni e individuare delle risorse per realizzare un piano di attuazione. Può essere molto utile utilizzare metodologie di design thinking .

Valutare e selezionare le alternative

Bisogna prendere in considerazione diverse soluzioni alternative e poi selezionare quella che sembra più in linea con le aspettative di successo e di tolleranza del fallimento. In questa fase entra in gioco il ‘decision making’, cioè tutto quel processo cognitivo ed emozionale che permette di raggiungere una scelta finale.

Implementare le soluzioni

Scelta la soluzione e realizzato un piano di attuazione, questo va implementato, cioè portato a esecuzione. E ora che tutto il processo di problem solving trova compiuta espressione. In ambito aziendale questa fase viene spesso gestita dai project manager: è necessario organizzare che ogni parte del piano sia eseguita, monitorare il suo impatto in corso d’opera e valutare il successo finale.

Nel video qui di seguito, un metodo similare in soli 3 step!

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4 Tecniche di Problem Solving, Strumenti (+Canvas) ed Esempi Applicati

problem solving

Risolvere i problemi rappresenta una sfida che dura tutta una vita. Possiamo avere problemi sul lavoro, ma ancora prima iniziamo ad avere problemi con i genitori, con gli amici, con ecc. i problemi ce li portiamo dietro da tutta la vita ma sono gli stessi problemi a farci migliorare. Solo nel disagio attiviamo i nostri neuroni per stare meglio quindi solo quando c’è un problema ci sforziamo di essere migliori .

mentre scrivo questo post, sono una Data analyst, e il mio mestiere consiste nel risolvere i problemi grazie all’utilizzo dei dati. Per farlo sono necessarie due elementi:

  • saper utilizzare gli strumenti per estrarre i dati che mi servono (tipo google analytics)
  • fare le domande giuste agli strumenti

Nel corso della mia carriera ho capito che il primo punto si raggiunge in un paio di anni, ci sono miliardi di corsi gratuiti in giro. Fare le domande giuste invece non te lo insegna nessuno . Grazie al fatto che adoro il design thinking ho imparato che per capire come mai c’era un problema, tipo un calo del traffico di un sito , devo sempre mettermi nei panni dei consumatori (fase di empatia del design thinking) e da li possono partire miliardi di domande come ad esempio ” se fossi un cliente e il sito fosse lento andrei via” ecc. In questo articolo riporto le principali tecniche per imparare a fare le domande giuste e alla fine vi mostreremo il canva che abbiamo realizzato per attuare questo processo nelle aziende.

Come sempre partiamo dalle basi

Cos’è un problema e le tipologie

un problema è un avvenimento/situazione che non ci permette di raggiungere quello che vogliamo. Solitamente quando c’è un problema complesso entrano in gioco eventi e persone.

Esistono  due tipi di problemi :

  • problemi lavorativi, tecnici
  • problemi relazionali o emotivi sia sul lavoro ma nella vita in generale

se vuoi approndire questa parte qui trovi un articolo che spiega i processi decisionali dei consumatori e quindi il problem solving legato la marketing

Cos’è il problem solving?

  • rappresenta un insieme di tecniche per risolvere i problemi
  • spesso offre una soluzione di gruppo in quanto solo cambiando punto di vista hai la capacità di vedere le cose da un’altra angolazione e di capire come risolvere il problema.
  • è una competenza trasversale ovvero che viene applicata a molti ambiti come il pesniero critico, la creatività, il successo lavorativo, la capacità di giudizio e la capacità di fare analisi
  • il problema viene risolto in maniera efficace (non si ripeterà) ed efficente (ad un costo minimo)

Benefici del problem solving

Solitamente quando si presenta un problema possiamo reagire impulsivamente, però senza avere le giuste informazioni traiamo conclusioni affrettate . Spesso andiamo anche alla ricerca di un colpevole accusandolo, cosa che non ci porta alla risoluzione. Questi atteggiamenti rappresentano un grande spreco di tempo e risorse. Le strategie di problem solving ci permettono di evitare questi errrori:

  • ottimizzare i processo ovvero raggiungere quello che vuoi nel minor tempo possibile e con il minimo sforzo
  • essere più veloce e quindi saper rispondere in modo tempestivo ai problemi (e in un mondo che va così veloce fa molto comodo)

4 Tecniche di problem solving: fasi e metodologie

tutte le strategie hanno qualcosa in comune, per prima cosa identificano sempre il problema, poi suddividono il problema in parti critiche e identificano una soluzione. Ogni strategia ha una sua peculiartià (metteremo in grassetto quelle che riteniamo più interessanti)

Probem solving strategico (PSS)

questo sistema viene usato in ambito manageriale

  • definizione del problema
  • concordare l’biettivo
  • individuazione e valutazione soluzioni già tentate e perchè sono fallite

libro problem solving

  • quale sarebbe lo scenario una volta risolto il problema
  • partire dalla fine e andare a ritroso per trovare la soluzione (uno step alla volta)

questa tecnica la trovo bellissima soprattutto per il punto “come potrebbe peggiorare” ed è stata ampliamente utilizzata dal professor nardone che applica il problem solving in psicologia. Ha scritto anche un libro in merito molto interessante! qui trovi il link al libro

Focalizzare, analizzare, risolvere , eseguire (FARE)

  • focalizzare: capire e definire i dettagli del problema
  • analizzare: definire gli elementi critici, fattori rilevanti
  • risolvere: elencare soluzioni possibili
  • eseguire: realizzare un piano di attuazione e quantificare i risultati

Plan Do Check Act (PDCA)

  • Pianifica: cercare le cause, definire gli obiettivi, analizzare la situazione e i vari compiti
  • prova: test
  • Verifica: provare se si raggiunge il risultato
  • agisci: metti in piedi la soluzione

Define, Meausre, Analyze, Improve, control (DMAIC)

  • definire i processi critici, gli obiettivi da raggiungere, le risorse necessarie per farlo
  • elaborare un piano di misurazione
  • analizzare se ha funzionato
  • implementare la migliore soluzione
  • implementare un sistema di controllo per mantenere il livello

Strumenti per il problem solving + Canvas di Marketing Freaks

  • Diagrammi di flusso : sono diagrammi utili per visualizzare gli step di un processo, vicino ad ogni step si mette se potrebbe funzionare o no
  • Analisi di pareto : il rpincipio dice che 80% dei problemi è generato dal 20% delle cause quindi troviamo e classifichiamo per priorità
  • 5W2H: bisogna rispondere a delle domande per individuare le principali cause: how what whre when why, how, how may (ci si può aggiungere anche la tecnica “what if” che io adoro”
  • Brainstorming : sparare tutte le possibili soluzioni senza giudizio. nel desgin thinkign, e soprattutto nel LEGO Serious Play , tutti dicono un’idea, la raccontano agli altri e poi ogni idea va inserita di un contesto di gruppo dove tutti cercano di migliorare quella degli altri. (approfondimento)
  • Diagramma causa effetto: viene disegnata una lisca di pesce dove la testa è il problema.

questi sono i principali strumenti, adesso citiamo i l nostro canvas , che prende spunto da tante teorie:

  • si definisce il problema (ma come detto all’inizio dell’articolo il problema cambiando punto di vista può essere visto come un opportunità di crescita)
  • si cerca di capire perchè il problema si presenta
  • quali sono i requisiti di una buona soluzione
  • elenco delle soluzioni
  • elenco delle risorse necessarie per attuale la soluzione
  • test e validazione
  • misurazione

problem solving canvas marketing freaks per lego seriosu play

Esempio di problem solving

adesso faccio un esempio applicativo di questo canvas ad un problema di marketing. un’azienda ha cambiato sito e il traffico è crollato.

quali sono gli step del problem solving

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Le fasi del problem solving: 5 step per la soluzione dei problemi

Le fasi del problem solving: 5 step per la soluzione dei problemi

Le fasi del problem solving

Dopo aver individuato un elenco di potenziali problemi, il prossimo passo per il buon manager è quello di trovare soluzioni efficaci per questi problemi, individuando le competenze necessarie a risolverli. Ecco i 5 passaggi più comunemente utilizzati nella risoluzione dei problemi.

  • Analisi dei fattori o delle cause che contribuiscono al sorgere del problema – La prima fase del problem solving richiede un’identificazione delle cause originarie del problema e dei principali fattori coinvolti per determinare l’ambito dei problemi. Le abilità utili sono ascolto attivo, raccolta dati, analisi dei dati, analisi storica, analisi causale, analisi dei processi, identificazione dei bisogni etc.
  • Individuare una serie di soluzioni alternative per raggiungere l’obiettivo finale – La seconda fase implica l’individuazione di una serie di opzioni da considerare per risolvere il problema. In questa fase entrano in gioco capacità come quelle di brainstorming, pensiero creativo, previsione, progettazione, pianificazione etc.
  • Valutazione delle soluzioni migliori – Qui entrano in gioco le misurazioni sui benefici, i possibili successi e i progressi forniti dalla metodologia di problem solving adottata. Le competenze richieste variano da quelle di analisi, discussione, corroborazione, lavoro di squadra, a quelle di mediazione, definizione delle priorità, decision making etc.
  • Implementazione di un piano – La fase successiva implica la creazione di un piano d’azione che preveda obiettivi, strategie, ruoli e responsabilità. Le competenze richieste vanno da quelle di gestione del progetto alla collaborazione, la gestione del tempo, sviluppo del benchmark etc.
  • Misurazione dell’efficacia degli interventi – L’ultima fase implica la misurazione di successo della strategia di problem solving attuata in base al raggiungimento degli obiettivi previsti. Qui entrano in gioco competenze come l’analisi dei dati.

Le fasi del problem solving che abbiamo qui individuato possono essere applicate a qualsiasi attività in cui emerge la necessità di risoluzione dei problemi e il miglioramento di qualsiasi processo operativo. Per conoscere e padroneggiare gli strumenti più efficaci del problem solving, affidatevi al Master in Project Management di GEMA Business School.

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Ente di formazione accreditato per la formazione superiore e continua e l’orientamento con dd n. G16020 del 23/12/2019.

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  • Latinoamérica

Come diventare problem solver in 5 step

Una versione di questo tutorial è apparsa originariamente nell'app gratuita Primer .

La capacità di problem solving è un talento sottovalutato. Aiuta a prendere decisioni oculate durante periodi di sconvolgimento o sconforto e molti esperti la considerano una competenza secondaria di vitale importanza nel mondo che avrà superato la pandemia .

Per sviluppare la perspicacia per la risoluzione dei problemi, utilizza un approccio strutturato che si incentri sul "perché", sul "che cosa" e sul "come" in relazione al problema. Scomponiamo la risoluzione ponendoci cinque domande che ci serviranno da guida passo passo.

Domanda 1. Perché dovrei occuparmi di questo problema?

Descrivi in poche brevi frasi il problema che stai affrontando e che interessa anche il tuo pubblico. Utilizza dettagli specifici e quantificabili. Invece di scrivere "Perdiamo denaro ogni anno a causa di problemi di qualità", potresti usare questa alternativa: "Nel 2019 abbiamo perso $ 1 milione a causa di errori di qualità, una cifra corrispondente al 5% delle nostre entrate globali".

Ti consigliamo di non definire un problema troppo vasto da richiedere risorse di cui non disponi oppure sceglierne uno troppo specifico da farti perdere l'opportunità di avere un maggiore impatto. Evita anche di aggiungere una soluzione in questa fase iniziale, ad esempio: "Dobbiamo assumere un consulente del controllo qualità". Le soluzioni vengono dopo.

Domanda 2. Che obiettivo voglio raggiungere?

Fissa un obiettivo che definisca il traguardo da raggiungere e i risultati chiave, in modo da capire quando avrai ottenuto l'esito sperato. Il tuo obiettivo deve essere mirato a un traguardo, non a una soluzione. "Rendere intuitiva e piacevole l'esperienza sul sito web per i visitatori" è un obiettivo, mentre "Assumere 5 designer di esperienza utente" è una soluzione. A questo punto definisci risultati chiave misurabili, in modo da sapere per certo quando hai raggiunto il tuo traguardo. "Aumentare il numero di click-through" è una formulazione vaga, mentre "Aumentare i click-through del 30%" è un risultato misurabile.

Domanda 3. In quali modi posso risolvere il problema?

È giunto il momento di effettuare un brainstorming per trovare le potenziali soluzioni. Per iniziare, studia il problema. Scopri se sono disponibili ricerche sui problemi come il tuo ed esplora gli "universi paralleli" esterni al tuo settore, dove sia stata affrontata in passato una situazione simile alla tua.

Se tieni una sessione di brainstorming di gruppo, scegli un moderatore e chiedi ad altri partecipanti di controllare i tempi e prendere appunti. Cerca di trovare più soluzioni possibili che potrebbero risolvere il tuo problema, aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo e ottenere i risultati chiave. Chiedi a tutti di pensare fuori dagli schemi, cercando di farsi venire idee grandi e piccole, senza autocensura.

Una volta che hai in mano un elenco di soluzioni potenziali, inseriscile in un diagramma ad albero per aiutarti a organizzare gli obiettivi e il modo in cui raggiungerli (la tua strategia). Inizia con lo scrivere l'obiettivo. Per fare un facile esempio, supponiamo che il tuo obiettivo sia: "Aumentare il fatturato dalla vendita dei prodotti". Crea ramificazioni da ogni obiettivo ed elenca le soluzioni trovate durante il brainstorming, come "Vendere più unità dello stesso prodotto" oppure "Iniziare a vendere nuovi prodotti".

Albero delle soluzioni

Domanda 4. Come risolverò questo problema?

Un grafico delle priorità ti aiuterà a vagliare le idee per decidere a quali vale la pena di dedicare il tuo impegno. Crea un grafico e scrivi "Impatto" sull'asse verticale e "Impegno" sull'asse orizzontale. A questo punto scrivi sul grafico tutte le potenziali soluzioni.

Grafico delle priorità

Con tutta probabilità, il tuo lavoro si concentrerà principalmente sulle soluzioni ad alto impatto e impegno elevato. Le soluzioni che hanno un impatto elevato e richiedono poco sforzo sono classificate come risultati rapidi e sono ottime per nutrire la fiducia delle parti interessate. Le soluzioni a basso impatto e scarso impegno devono avere priorità inferiore ed essere prese in considerazione solo quando avanza tempo. Quelle a basso impatto e impegno elevato probabilmente non valgono la pena di essere tentate.

Domanda 5. Come posso passare all'azione?

Prepara un piano semplice per risolvere il problema, evitando dettagli inutili. Puoi utilizzare uno strumento per monitorare le azioni, che può essere un foglio di lavoro in cui suddividi le attività in base a chi deve svolgerle e alla tempistica. Nella prima colonna elenca tutte le azioni che costituiscono la sequenza di risoluzione del problema. Nella seconda annota i responsabili di ogni azione e la data di completamento.

Discuti la responsabilità di ogni attività e le scadenze. Raggiungi un'intesa con i responsabili, in modo che tutti siano d'accordo. Condividi lo strumento di monitoraggio delle azioni con il gruppo e riesaminalo periodicamente assieme agli altri, per avere la certezza che le scadenze siano rispettate.

Ricorda che, a dispetto di qualsiasi pianificazione, le cose cambieranno e il tuo piano dovrà essere adattato di conseguenza. Preparati a modificarlo, in modo da restare al passo e raggiungere i tuoi obiettivi.

La risoluzione dei problemi non deve essere necessariamente complicata. Seguendo la procedura giusta, potrai evitare di adottare soluzioni troppo affrettate. Pensa alla struttura "perché, che cosa e come" e inizierai a vedere i tuoi problemi sotto una luce nuova.

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Qualunque manager o imprenditore, ogni giorno, si trova a dover risolvere problemi in azienda . L’abilità del problem solving è, forse, la più esercitata in assoluto ed è quella che influisce maggiormente nel successo di un business.

La creazione di un impresa e di una qualsiasi attività commerciale si basa sulla risoluzione dei problemi: ogni più piccola obiezione, dagli stipendi dei dipendenti ai costi da corrispondere ai fornitori, sono potenziali occasioni per trovare la soluzione più profittevole per il tuo business. Ci sono imprenditori che nascono come abili problem solver e altri che hanno bisogno di più allenamento: sicuramente l’abilità di trovare soluzioni ai problemi è un tratto acquisibile e non un diritto di nascita.

Ciò che è certo è che gli imprenditori che sono anche ottimi risolutori di problemi riescono a gestire meglio anche le richieste e le obiezioni dei loro clienti; proprio per questo è importante imparare a fare problem solving in modo efficace. 

In questa guida ti spiegheremo cos’è il problem solving, quali sono gli esercizi da fare per sviluppare questa abilità e in che modo sfruttarla per ottenere risultati concreti e tangibili per la tua impresa. Se sei pronto, iniziamo subito.

Ecco cos’è il problem solving e le tecniche migliori per risolvere problemi sul lavoro

Problem solving e decision making sono il pane quotidiano del manager e dell’imprenditore. Si tratta di due attività che fanno parte a pieno titolo della giornata tipo di un businessman. Ma quanti di noi hanno avuto una formazione nel problem solving a scuola? Chiaramente non è una disciplina e una soft skill che ti viene insegnata dietro i banchi dell’Università.

Sappiamo che è un elemento critico del nostro lavoro, ma sappiamo come trovare soluzioni in modo efficace? Scopriamolo insieme nei prossimi paragrafi di questa guida.

Problem solving: una definizione

Karl Popper , in una delle sue massime, ha affermato che:

Tutta la vita è una continua risoluzione di problemi

La soluzione dei problemi è l’essenza del lavoro di leadership aziendale . Come leader, l’obiettivo è quello di minimizzare il verificarsi di problemi e, nel caso in cui questi si verifichino, imparare a gestirne l’impatto sull’azienda e sui dipendenti.

Dunque, volendo dare una definizione di problem solving, possiamo dire che si tratta dell’abilità di risolvere i problemi trovando le soluzioni più profittevoli per la tua azienda.

Per acquisire abilità di risoluzione dei problemi, non bastano gli esercizi di problem solving : bisogna acquisire un certo mindset che permette di isolare e osservare il problema con una visione circolare. I problem solver migliori si guardano intorno, al di sotto e al di là del problema stesso. Vedono ben oltre l’ovvio e, soprattutto, vivono il problema come una potenziale opportunità di crescita.

Le fasi del problem solving

Generalmente, quando un manager si trova di fronte ad un problema, può reagire in diversi modi:

  • Si fa prendere dal panico;
  • Si appresta a trovare una soluzione velocemente;
  • Cerca qualcuno da incolpare.

Nonostante la seconda opzione possa sembrare la più naturale da seguire, è importante resistere alla tentazione di risolvere immediatamente il problema.

Uno degli errori più comuni che tu possa fare riguardo la risoluzione dei problemi risiede proprio nel trovare una soluzione immediata , senza  vedere i problemi come opportunità per migliorare i tuoi processi, le relazioni e l’esperienza. Secondo le statistiche,  le aziende perdono fino al 30% delle entrate ogni anno a causa di inefficienze nel processo gestionale.

Non avere fretta di risolvere il problema, ma inizia a percepirlo in modo diverso e a ricercarne le cause, mettendoti in discussione e rivedendo le tue responsabilità: la consapevolezza è sempre un buon modo per iniziare.

Ci sono diverse tecniche di problem solving che potresti sperimentare e tutte fanno capo ad un grande processo, che ti servirà come guida in questa avventura:

  • Definisci il problema;
  • Analizza e scomponi il problema;
  • Comprendi le esigenze di tutte le persone coinvolte;
  • Presenta possibili soluzioni;
  • Scegli la soluzione migliore.

Vediamo insieme come sviluppare tutte le fasi di un processo di problem solving.

Tecniche di problem solving efficaci: i 5 punti da sviluppare

Abbiamo detto che per risolvere un problema è bene affidarci ad un percorso in cinque tappe, utili per condurci alla soluzione più efficace per il nostro business.

Analizziamo ora nel dettaglio ogni fase e capiamo in che modo applicare alcune tecniche vedendo veri e propri esempi di problem solving.

Definisci il problema

La cosa più importante da fare quando ci si trova davanti ad un problema è imparare a definirne i confini. Gli errori più comuni di problem solving si fanno proprio per la fretta di trovare una soluzione temporanea, senza inquadrare il problema e andare fino alla radice dello stesso.

Quando capisci quale aspetto di una situazione deve essere sbrogliato e affrontato, entra subito nel vivo del problema e concentrati sul nocciolo della questione.

Volendo fare un esempio, supponiamo che ti sia giunta voce che un dipendente indispensabile sia attualmente insoddisfatto e stia cercando lavoro altrove. Prima di offrirgli una retribuzione più elevata o una pianificazione più flessibile, dovresti capire se il problema è riscontrato da un solo dipendente o se tutti i dipendenti sono insoddisfatti. Il precedente approccio potrebbe trattenere un singolo membro del personale, mentre il secondo potrebbe prevenire problemi di insoddisfazione del personale in futuro.

Analizza e scomponi il problema

Una volta che hai focalizzato il problema, analizzalo in ogni suo aspetto e allena la parte più creativa di te, cercando di pensare  out of the box.  Che significa? Non pensare a soluzioni banali e d’effetto solo a breve termine, ma punta a qualcosa di più stabile e duraturo per arginare possibili ricadute in futuro.

Se analizzi tutte le variabili del problema, aumenti le probabilità di affrontare la questione in modo olistico.

Comprendi le esigenze di tutte le persone coinvolte

Di solito, quando si presenta un problema in azienda, ci sono più parti coinvolte. Se vuoi avere successo nel problem solving, lavora sulle tue doti empatiche e cerca di capire sempre le esigenze della controparte.

Gestire efficacemente i conflitti è una dote preziosa per un buon manager: la soluzione migliore è quella che soddisfa gli interessi di tutti.

Questo è il momento per dedicarti all’ ascolto attivo e alla compilazione di un elenco con tutte le esigenze da soddisfare. Applicando questa tecnica, sarà più facile per te visualizzare una soluzione davvero efficace per tutti.

Presenta possibili soluzioni

In questa fase del processo, dedicati ad un brainstorming in cui raccogliere tutte le possibili soluzioni, magari utilizzando l’elenco sulle esigenze di tutti che hai compilato in precedenza.

La prima soluzione che ti viene in mente potrebbe non essere la migliore per la tua situazione. Una soluzione alla quale hai dato molta importanza non è sempre l’opzione migliore.

Se hai più opzioni, valuta i pro e i contro di ciascuna di queste.

Scegli la soluzione migliore

Se hai dedicato le giuste attenzioni a tutte le fasi precedenti a questa, hai già gettato le basi per la scelta di una soluzione ottimale. Nessuna soluzione è infallibile, ma se sei chiaro su quello che vuoi è  più facile  prendere una decisione saggia che avvantaggi tutti i soggetti coinvolti.

A questo punto, una volta scelta la soluzione migliore, dovresti affidare a tutte le persone coinvolte (te compreso) alcune responsabilità per poter agire velocemente. Chi realizzerà esattamente la soluzione o i diversi elementi della soluzione? Se non affidi delle responsabilità non succederà nulla e non si avrà nessun beneficio dal processo di problem solving.

Dovrai anche pensare a c ome misurare l’effettiva efficacia della tua soluzione, altrimenti non avrai modo di sapere quando e se il problema è stato risolto. Le soluzioni di problemi in un sistema complesso hanno spesso effetti collaterali indesiderati che possono essere peggiori del problema originale. Per questo è utile monitorare sempre l’impatto di ogni soluzione e aggiustare il tiro se il risultato non ti soddisfa.

Imparare a risolvere i problemi in azienda con il coaching

Le persone brave a risolvere i problemi sono le più preziose e rispettate in ogni area. I migliori manager e i migliori professionisti del mondo business hanno in comune proprio l’abilità di problem solving.

Come tutte le soft skills, dalla capacità di leadership all’empatia, il problem solving può essere allenato e sviluppato con un percorso specifico costruito su di te. Per essere un professionista di successo, un percorso di coaching è la scelta ideale: per crescere davvero e fare un passo avanti nella tua carriera, contattaci ora.

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quali sono gli step del problem solving

Creative Problem Solving: cos’è e come svilupparlo

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Quante volte hai cercato di risolvere un problema complesso e, scervellandoti, hai pensato “ci vuole qualcosa di nuovo, qualcosa di creativo”? Siamo qui per dirti che non c’è nulla di strano: risolvere i problemi non è solo un fatto logico, ma molto spesso sussiste anche una componente di creatività .

Dietro al più noto Problem Solving si cela un'altra competenza cruciale nella vita personale e professionale delle persone: il Creative Problem Solving (CPS) , di cui di parleremo proprio in questo articolo.

Ecco, nel dettaglio, quali punti affronteremo:

  • Cos'è il Creative Problem Solving
  • I principi fondamentali
  • Gli step del processo creativo
  • Creative Problem Solving e Design Thinking

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1. Problem solving: tra metodologia e competenza

La nascita di questa metodologia si deve ad Alex Osborn e Sid Parnes, che negli anni Quaranta hanno sviluppato il Processo di Problem Solving Creativo di Osborn-Parnes .

Alex Osborn è stato, inoltre, il fondatore della Creative Education Foundation e del termine “brainstorming”, entrato oggi nel vocabolario comune.

Per offrire una definizione rigorosa di Creative Problem Solving (CPC) ci affidiamo alla stessa Creative Education Foundation, la quale ritiene che: 

Il Creative Problem Solving (CPS) è un metodo collaudato per affrontare un problema, una sfida o un’opportunità in modo fantasioso e innovativo.

In pratica, è un processo che permette alle persone di ridefinire i problemi e le opportunità legati a una determinata situazione, combinandoli per trovare una soluzione innovativa. Si tratta di un delicato equilibrio tra pensiero convergente e divergente .

Di cosa stiamo parlando? In breve: il pensiero convergente segue un percorso logico, lineare e consequenziale: è quello che utilizziamo per risolvere soluzioni che prevedono una risposta che già conosciamo. Quindi, semplicemente, apriamo i cassetti della memoria e colleghiamo i puntini. Il pensiero divergente sussiste quando ci troviamo dinanzi a un problema nuovo e le nostre conoscenze non ci aiutano. Allora bisogna guardare il problema da un altro punto di vista, così il pensiero divergente si appella alle nostre facoltà creative .

Insomma, il Creative Problem Solving entra in gioco quando il pensiero tradizionale non porta da nessuna parte .

Nell’articolo Problem Solving: cos’è e come svilupparlo abbiamo approfondito le 4 categorie di situazioni e problemi : semplici, complicati, complessi e caotici. Se i problemi semplici e complicati sono risolvibili attraverso le best practice che conosciamo o la buona prassi che ci viene insegnata, i problemi complessi richiedono un’analisi più accurata, richiedono sperimentazione e innovazione . 

Il Creative Problem Solving entra in gioco proprio nella risoluzione dei problemi complessi , dove mettiamo in gioco le “novel practice” che, se funzionanti, diventano un prototipo. Ma per arrivarci serve uno sforzo in più, una soluzione nuova e uno sguardo diverso sul mondo.

2. I principi fondamentali

Prima di procedere con gli step conclamati del processo creativo, bisogna tenere conto di alcuni principi fondamentali del Creative Problem Solving :

  • Tutti sono creativi e, comunque, le abilità creative possono sempre essere apprese e migliorate;
  • Il pensiero convergente e il pensiero divergente devono essere equilibrati : logica e creatività devono andare di pari passo per garantire una soluzione vincente, tanto efficace quanto innovativa;
  • Per formulare soluzioni nuove, bisogna porsi problemi nuovi . Il solo riformulare un problema può sottoporre la persona intenta a risolverlo dinanzi a nuove sfide. E nuove sfide generano nuove soluzioni. Quindi sì: per risolvere un problema, a volte bisogna porsene di nuovi! 
  • La risposta al problema può non essere istantanea . A prescindere da quella tentazione umana di dover dare subito una risposta a tutto, è importante ricordare che il giudizio istantaneo in risposta a un’idea blocca in partenza l’emergere di nuove idee. 

3. Gli step del processo creativo

Fermo restando i principi elencati in precedenza, ora vediamo quali sono gli step da rispettare per affrontare i problemi in maniera “creativa” secondo il modello di Osborn-Parnes :

Chiarire, ma che cosa? La propria visione , il proprio obiettivo , desiderio o sfida . Senza queste informazioni non è detto che tu abbia davvero identificato il problema da risolvere.

E quindi, come procedere? Una volta chiarito il proprio obiettivo emergerà l’ostacolo che ti separa da questo, quindi il problema. Il prossimo step è raccogliere dati a riguardo: chi e cosa è inglobato nel problema? Ci sono sentimenti o opinioni rilevanti o ostacolanti per la sua risoluzione? È importante tenere conto di tutti gli aspetti rilevanti e dei dettagli, per sviluppare una piena comprensione del problema.

Una vola raccolti tutti i dati necessari, è il momento di formulare domande : dalle domande emergono ostacoli e opportunità, generando sfide.

Ovvero, esplorare le idee emerse durante la fase precedente. Tutte le sfide che ci si è posti in precedenza, durante la formulazione delle domande, avranno prodotto delle idee . Ebbene, è ora di esplorarle . 

Questa è la fase che richiede più creatività, qui entra in gioco pensiero divergente : pensare a soluzioni che esulino dal tradizionale. Per questo può essere utile ricorrere a metodologie e strumenti appositi per stimolare la mente (del singolo o dei partecipanti) come il brainstorming o le mind map .

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Lo sviluppo delle idee. Qui entra in gioco la componente logica, ovvero il pensiero convergente : tutte le potenziali soluzioni vengono analizzate ai fini di capire se soddisfano o meno le esigenze emerse, in base ai propri criteri.

Ultimo step: quando una soluzione soddisfa le esigenze emerse e risponde ai propri criteri, bisogna pensare a come implementarla con successo .

Come si può rafforzare tale soluzione? Come si può rendere ancora più “premiante” e vantaggiosa? È il momento di sviluppare il piano d’azione : bisogna identificare le risorse disponibili e le azioni possibili che permetteranno di sviluppare la soluzione pensata nella maniera più ottimale.

Nel corso degli anni ci sono state svariate rivisitazioni e integrazioni del modello di Osborn-Parnes, ma lo scheletro non cambi a: è sempre prevista una prima fase di identificazione del problema, seguita dalla generazione di idee e dalla valutazione/sviluppo di queste ultime, provvedendo infine le possibili implementazioni ottimizzazioni .

4. Creative Problem Solving e Design Thinking

Come specificato in precedenza, il Creative Problem Solving è uno strumento di Design Thinking . Ovvero, un insieme di processi cognitivi, pratici e strategici, che consiste nel risolvere problemi complessi utilizzando una visione e una gestione creativa.

Seppur sia nato negli ambienti di design, oggi è un approccio strategico sempre più comune in ogni ambito di business. 

Questo si deve senza dubbio ai suoi vantaggi: il Design Thinking è un sistema incentrato sulla persona e sulla sua capacità di risolvere un problema, è facilmente utilizzabile nei contesti di gruppo e si caratterizza per essere un metodo democratico : ogni risorsa aziendale può contribuire - potenzialmente in egual misura - al processo. 

Il Design Thinking è strettamente legato al Creative Problem Solving, in quanto si tratta di un processo iterativo che si muove in tutte le fasi del Creative Problem Solving (Clarify, Ideate, Develop e Implement). In particolare nel secondo step, “Ideate”, che prevedendo l’analisi delle idee emerse durante la fase di Clarify, si presta all’utilizzo di strumenti di Design Thinking come le mind map.

È un po’ più chiaro cosa sia il Creative Problem Solving? In definitiva, possiamo concludere che sia una competenza che, più di altre va coltivata e allenata. Abbiamo visto che tutti la possediamo ma è bene comprendere in che modo trarne il massimo vantaggio . Le metodologie e gli strumenti nati intorno a questa skill sono importanti proprio perché ci aiutano a processare e a prendere consapevolezza di quanto altrimenti agiremmo in modo del tutto automatico (valuta se ti piace o come rivederla!).

🐙 Il Creative Problem Solving è un fatto di formazione : sì, ce l'abbiamo, ma va sviluppato e allenato. Come? Scopri tutti trend emergenti e i nuovi paradigmi della formazione nel  numero di   Tentacle Magazine dedicato!

LEGGI L'ESTRATTO

Beatrice Arria

Digital Marketing Specialist in Digital Dictionary. Anima creativa prestata al marketing: un percorso da graphic designer culminato nel mondo del digitale, che da sempre mi incuriosisce e appassiona. Vivo le mie giornate tra corsa, libri, social media, serie tv e playlist che inglobano le mie mille personalità. Energia e sensibilità sono i miei motori.

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  1. Fasi del problem solving: tecniche e consigli

    1. Le fasi del problem solving. Il problem solving non si esaurisce nella mera soluzione al problema. Come abbiamo visto nel nostro articolo Problem solving: cos'è e come svilupparlo, la risoluzione di problemi è un processo che si articola in più fasi e che implica metodologie e strumenti differenti.

  2. Quali sono le fasi del problem solving: una guida pratica

    La prima fase del problem solving è l'identificazione del problema. È importante comprendere chiaramente quale sia il problema che stiamo affrontando. Definire il problema in modo specifico e dettagliato ci aiuta a focalizzarci sulla sua soluzione.

  3. Il Problem Solving: cos'è e come si applica

    Per avere una visione completa del processo di porsi e risolvere problemi, i principi - o, se vuoi, gli step - principali sono i seguenti: Problem finding; Definizione del problema; Generazione di alternative; Valutazione e selezione; Implementazione; Vediamoli, quindi, più nello specifico. Problem finding

  4. Le 6 fasi del Problem Solving: l'importanza del Problem Setting

    Tecniche di problem setting. 5W2H: bisogna rispondere a delle domande per individuare le principali cause: how what whre when why, how, how may. W HAT IF : detta anche la tecniche dei 3 "e se" che cerca di mettere in discussioni le basi del problema. 5WHY: una bellissima tecnicha che ci dive che la vera ragione del problema sta sotto 5 perchè.

  5. Le 5 fasi del problem solving

    1. Identificare il problema. PER TE Percezione: il disco del tirassegno sembra più grande dopo avere fatto centro. Può sembrare banale, ma il fatto è che identificare il vero problema non è così facile come sembra, soprattutto quando si tratta di una situazione che ci coinvolge emotivamente.

  6. Le 5 fasi del Problem Solving: un approccio strategico

    Il Problem Solving è un approccio metodologico utilizzato per risolvere problemi complessi in modo strutturato ed efficace. In questo articolo vedremo le 5 fasi del Problem Solving, che sono: problem finding, problem setting, problem solving, decision making e decision taking.

  7. Problem Solving: Significato, Fasi, Creatività ed Esercizi

    Problem solving, ogni problema necessita di una soluzione.Le funzioni cognitive di ragionamento, problem solving e decision making rientrano nelle capacità generali relative al pensiero umano e alla metacognizione.. In psicologia, il pensiero viene definito come l'attività mentale di elaborazione di informazioni, riflessione e sviluppo di relazione tra dati.

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  9. Problem Solving: cos'è e come svilupparlo

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  10. Problem solving: che cos'è e quali sono le migliori tecniche

    Ecco quali sono le 6 fasi del problem solving. Identificazione del problema. Strutturazione del problema. Ricerca di possibili soluzioni. Decisione. Implementazione. Monitoraggio. Tutti quanti almeno una volta nella nostra vita abbiamo sentito di parlare di problem solving, ma non tutti sanno bene che cosa sia veramente. Definizione Problem Solving

  11. Problem Solving: l'arte di risolvere i problemi

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  12. Guida al Problem Solving: strategie e esempi efficaci

    Il processo di problem solving può includere diverse fasi, come l'identificazione del problema, la raccolta di informazioni pertinenti, la generazione di ipotesi e soluzioni, la valutazione dei pro e dei contro delle diverse opzioni e infine l'attuazione della soluzione scelta.

  13. Scopri cos'è il problem solving: la definizione e gli esempi

    Metodologia del problem solving: quali sono le 6 fasi per la risoluzione dei problemi? Le fasi fondamentali della risoluzione dei problemi sono perlopiù sei. Consapevolezza del problema. A volte le persone possono non essere consapevoli dei problemi che le circondano o dei loro comportamenti problematici.

  14. Problem solving: cos'è e come svilupparlo? Consigli strategici

    Seguiamo 6 step per un buon problem solving. Affrontare un problema prevede necessariamente il superamento di una serie ordinata di fasi. Perciò, proviamo a vedere insieme come affinare la capacità di problem solving per step: 1) Definizione del problema.

  15. Problem solving: cos'è e come svilupparlo

    Quali sono le quattro fasi del problem solving? Per trovare una soluzione efficace ad un problema occorre seguire quattro step: definizione e studio del problema; ricerca delle possibili soluzioni; identificazione della soluzione più idonea; implementazione della soluzione scelta e valutazione degli esiti.

  16. Cos'è il problem solving e come sviluppare questa competenza

    Quali sono le 4 fasi del problem solving: il metodo per risolvere i problemi. Definire il problema. Generare alternative. Valutare e selezionare le alternative. Implementare le soluzioni. Problem solving: cos'è e perché è una competenza trasversale importante.

  17. 4 Tecniche di Problem Solving, Strumenti (+Canvas) ed Esempi Applicati

    Strumenti per il problem solving + Canvas di Marketing Freaks. Diagrammi di flusso: sono diagrammi utili per visualizzare gli step di un processo, vicino ad ogni step si mette se potrebbe funzionare o no; Analisi di pareto: il rpincipio dice che 80% dei problemi è generato dal 20% delle cause quindi troviamo e classifichiamo per priorità

  18. Le 5 fasi del problem solving

    In questa fase entrano in gioco capacità come quelle di brainstorming, pensiero creativo, previsione, progettazione, pianificazione etc. Valutazione delle soluzioni migliori - Qui entrano in gioco le misurazioni sui benefici, i possibili successi e i progressi forniti dalla metodologia di problem solving adottata.

  19. Come sviluppare il problem solving in 5 step

    Una versione di questo tutorial è apparsa originariamente nell'app gratuita Primer.. La capacità di problem solving è un talento sottovalutato. Aiuta a prendere decisioni oculate durante periodi di sconvolgimento o sconforto e molti esperti la considerano una competenza secondaria di vitale importanza nel mondo che avrà superato la pandemia.. Per sviluppare la perspicacia per la ...

  20. Problem Solving: come imparare a risolvere problemi aziendali in 5 passi

    Definisci il problema; Analizza e scomponi il problema; Comprendi le esigenze di tutte le persone coinvolte; Presenta possibili soluzioni; Scegli la soluzione migliore. Vediamo insieme come sviluppare tutte le fasi di un processo di problem solving.

  21. Cos'è la capacità di problem solving e come svilupparla

    Capacità di ascolto. Capacità di analisi. Capacità di valutazione. Capacità di comunicazione. Capacità di formulare ipotesi. Capacità di prendere delle decisioni. È possibile ricollegare tutte queste caratteristiche a dei momenti specifici, cui possiamo far corrispondere le fasi della risoluzione del problema.

  22. Creative Problem Solving: cos'è e come svilupparlo

    3. Gli step del processo creativo. Fermo restando i principi elencati in precedenza, ora vediamo quali sono gli step da rispettare per affrontare i problemi in maniera "creativa" secondo il modello di Osborn-Parnes: Clarify. Chiarire, ma che cosa? La propria visione, il proprio obiettivo, desiderio o sfida.

  23. Problem Solving, come svilupparlo in azienda

    Il primo step per avviare un processo di problem solving è "mettere a fuoco" il problema, ovvero definire chiaramente il problema e l'ambito d'intervento del team di lavoro. È necessario creare una lista contenente i problemi da affrontare e verificare gli elementi che possono causarlo e gli elementi di rischio causati dal problema.